giovedì 21 giugno 2012

Il terremoto in Emilia e le anomalie dei fiumi


I cambiamenti nel corso dei fiumi possono indicare la presenza di una sorgente sismogenetica, cioè di una struttura in grado di generare un terremoto.
Il Panaro oggi non passa più per la città di San Felice sul Panaro, ma passa più ad est, e dopo aver attraversato Finale Emilia e Bondeno, affluisce nel Po nei pressi di Stellata, a sud di Ficarolo.
Ancora più interessante il comportamento del Reno, che dopo essere passato dalle parti di Bologna e aver viaggiato verso nord, prima di Sant'Agostino e San Carlo, di colpo vira ad est, e invece di raggiungere il Po, finisce in mare. Eppure per secoli si cercò di far confluire il Reno nel Po, ma il fiume non ne volle sapere. Anzi, ad ogni rotta, abbandonava un tratto a nord e trovava una nuova via ad est. Nel 1731 con la rotta di Bisacca abbandonò Mirabello e deviò verso est prima del paese; nel 1738 ruppe intorno a San Carlo e cominciò ad incamminarsi verso l'Adriatico già da quell'altezza; nel 1750 ruppe a sud di Sant'Agostino, abbandonando anche quel paese. Verso nord continua a scorrere il Cavo Napoleonico, che consente di scaricare l'acqua in eccesso durante le piene, ma non è stato in grado di "convincere" il Reno a sfociare nel Po (v. la spiegazione in questa pagina).

Dal momento che i fiumi mutavano il loro corso in seguito alle alluvioni, non ci si rese conto che alla base dei cambiamenti vi erano fenomeni di tipo tettonico: al di sotto del terreno le strutture sepolte degli Appennini stavano progressivamente affiorando, costringendo i fiumi a trovare nuove vie.
Quando un fiume devia improvvisamente dal suo corso anche se davanti a sé avrebbe un'altitudine in diminuzione e nessun ostacolo visibile, come accade in pianura padana, e dunque potrebbe tranquillamente proseguire il suo corso, si può ipotizzare la presenza di una anticlinale sepolta. Se le mappe dei geologi confermano la sua presenza, si può ipotizzare che essa sia attiva, e cioè che col passare del tempo le strutture sepolte tendano ad affiorare, deviando il corso dei fiumi. Infatti per determinare la possibilità di un terremoto occorre riuscire a distinguere tra le strutture tettoniche non attive e quelle attive.
Utilizzando il database dei terremoti storici si può vedere se nella zona si sono verificati terremoti nel passato.   Le zone più a rischio sono quelle che, pur presentando una struttura sepolta attiva, non presentano terremoti negli ultimi secoli. La zona dell'Emilia, teatro del terremoto del maggio 2012, presenta diverse anomalie nel corso dei fiumi ed era già stata considerata come a rischio di un terremoto rilevante (la "sorgente di Mirandola"), come è spiegato in questa relazione del 2006. 
Oltre a quella già menzionata del Reno, abbiamo nella stessa area l'anomalia del Po, che ad ovest di Guastalla piega improvvisamente verso nord-est, interrompendo la direzione nord-ovest - sud-est che aveva intrapreso a partire da Cremona.


Anche più ad est il Po ha mostrato la tendenza ad evitare quella zona geografica e a spostarsi verso nord: anticamente infatti il Po scorreva non a nord di Ferrara come adesso, ma a sud. In seguito alla rotta di Ficarolo del 1152, si aprì un nuovo ramo più a nord. L'antico ramo (chiamato Po di Ferrara) si trovò ad avere una portata minore, e col tempo si estinse. 
Sempre nella stessa area, abbiamo il Secchia e il Panaro, che risalgono verso nord provenendo dagli Appennini: se fino all'altezza di Bastiglia e Bomporto scorrono paralleli a circa 4 km di distanza, di colpo deviano uno (la Secchia) verso nord-ovest, l'altro (il Panaro) verso nord-est, in modo che quando arrivano al Po distano ormai tra loro una quarantina di chilometri. In mezzo, le località colpite dal terremoto di maggio, Mirandola, Medolla, Cavezzo, San Possidonio.
In pratica, tutta quest'area del nord dell'Emilia presenta diverse anomalie dei fiumi, che col passare dei secoli hanno deviato il loro corso, a causa dell'attività delle dorsali sepolte che si sollevano progressivamente.
Un approfondimento sulla connessione tra le anomalie dei fiumi e le strutture sepolte si trova nello studio "An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting" (qui il link).




lunedì 11 giugno 2012

Terremoti storici in Emilia


Dopo il sisma del 20-29 maggio in Emilia, è giunto il momnento di sfatare una volta per tutte il mito che vorrebbe la pianura padana come una zona non sismica.
Per fare questo, è sufficiente ricordare i terremoti storici della zona, magari collegandoli alle faglie che i sismologi hanno individuato, sepolte sopra i sedimenti alluvionali del Po e dei suoi affluenti.
Utilizzando il Catalogo parametrico dei terremoti italiani, ho estratto i dati relativi ai terremoti di magnitudo Mw superiori a 4.5 degli ultimi 1.000 anni (dall'anno 1.000 al 2.000), limitandomi alle cosiddette "pieghe ferraresi". Naturalmente più si va indietro nel tempo, più è difficile ricostruire gli eventi con precisione, per cui è probabile che il catalogo sia incompleto quantomeno per i terremoti di dimensione piccola o media, soprattutto nel periodo medievale.
Ho poi diviso gli eventi in base all'applicazione per Google Earth sulle faglie sismogenetiche delineate nel sito dell'Ingv.



Naturalmente un terremoto che ha un determinato epicentro può portare risentimenti anche in località situate in aree vicine, per cui la divisione può sembrare un po' artificiale nel caso in cui vi siano faglie adiacenti o il terremoto sia intenso.
Non pretendo che la lista sia completa e non posso garantire che non vi siano errori. Non sono un sismologo e non suggerisco di utilizzare questa lista per scopi scientifici o predittivi.

ITCS050 - Poggio Rusco - Migliarino
Questa faglia, estesa per circa 70 chilometri, attraversa la città di Ferrara, passando da ovest ad est per Poggio Rusco, Bondeno, Occhiobello, Vigarano Mainarda, Ferrara, per poi piegare verso sud-est, a sud di Copparo, per Formignana e Tresigallo, fino a Migliarino.
E' possibile che il primo evento del 20 maggio di magnitudo 5.9 si sia verificato in questa zona. Dico "è possibile" perché questa faglia è molto vicina alla successiva (ITCS 051) per cui ad oggi i sismologi non sono ancora sicuri se sia stata attivata anche questa o soltanto la Novi-Poggio Renatico, almeno secondo quanto detto in questo video dell'Ingv al minuto 3:05 (Sequenza Sismica della Pianura Padana Maggio 2012 - Le Faglie Sepolte) o anche in questo documento. Basti pensare che Finale Emilia, molto vicina all'epicentro dell'evento principale del 20 maggio, praticamente si trova a metà strada tra le due faglie, che pochi chilometri ad ovest della cittadina di fatto si sovrappongono (io comunque ho scelto di inserire Finale Emilia nella faglia successiva, riportando i terremoti storici locali nel prossimo elenco).
In questa zona sono attesi (secondo il database dell'Ingv) terremoti fino alla magnitudo Mw 5.5.

Alcuni terremoti storici:
1234/02/20 Ferrara 5.17
1285/12/13 Ferrara 5.03
1410/05/09 Ferrara 4.60
1425/08/10 Ferrara est 4.83
1483/03/03 Ferrara 4.63
1518/10/18 Ferrara est 4.83
1570/11/17 Ferrara 5.48 (il primo della sequenza sismica terminata 4 anni dopo con il terremoto di Finale Emilia)
1695/02/28 Ferrara 4.63
1743/05/29 Ferrara 5.0
1787/07/16 Ferrara 4.63
1901/01/20 Poggio Rusco 4.83
1922/05/24 Vigarano Pieve ("Cento") 4.5
1986/12/06 Bondeno 4.56

ITCS 051- Novi - Poggio Renatico
Questa è la faglia di Mirandola, che si estende per circa 50 chilometri, ed è qui che si sono verificati gli eventi sismici della sequenza iniziata il 20 maggio, e in particolare, nella sua parte occidentale, le scosse più forti del 29 maggio (con l'evento principale di magnitudo Mw = 5.8 nei pressi di Medolla). Comprende comuni colpiti pesantemente dalla sequenza sismica del maggio 2012, tra cui Novi di Modena, Concordia sulla Secchia, Cavezzo, Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro, Cento, Sant'Agostino, Poggio Renatico, San Pietro in Casale.
In questa zona sono attesi terremoti fino alla magnitudo Mw 5.9.

Alcuni terremoti storici:
1346/02/22 Concordia Sulla Secchia 5.81
1561/11/24 Poggio Renatico ("Ferrara") 4.63
1574/03/17 Finale Emilia 5.12
1639 (?) Finale Emilia (di questo terremoto hanno parlato recentemente alcuni esperti, ma non è presente nel catalogo)
1928/06/28 Finale Emilia sud 4.83

ITCS 012 - Malalbergo - Ravenna
Appena ad est della precedente, questa faglia passa per i comuni di Malalbergo, Portomaggiore, Argenta, e piega a sud-est, passando per le Valli di Comacchio e Alfonsine, fino ad arrivare a Ravenna. E' lunga circa 70 chilometri.
In questa zona sono attesi terremoti fino alla magnitudo Mw 5.6.
Alcuni terremoti storici:
1624/03/18 Argenta 5.43
1780/05/25 Ravenna 5.03
1796/10/22 Molinella 5.63
1895/03/23 Comacchio 4.83
1895/07/03 Comacchio 4.83
1898/01/16 Romagna settentrionale 5.03
1909/01/13 Bassa Padana 5.53
1956/02/20 Argenta 4.98
1967/12/30 Alfonsine 5.36

ITCS 049 - Reggio Emilia-Rolo
Questa faglia, lunga circa 30 chilometri, confina con la 051 (Novi-Poggio Renatico), e va verso sud-ovest,  passando per Rolo, Fabbrico, Campagnola Emilia, Novellara, Rio Saliceto, Correggio, Bagnolo in Piano, Cadelbosco di sopra, fino ad arrivare alle porte di Reggio Emilia. Di fatto collega le pieghe ferraresi alle pieghe emiliane.
In questa zona sono attesi terremoti fino alla magnitudo Mw 5.5.

Alcuni terremoti storici:
1806/02/12 Novellara 5.26
1810/12/25 Novellara 5.28
1831/09/11 Reggiano (Roncocesi) 5.48
1928/06/13 Carpi 4.85
1967/04/03 Correggio 4.71
1987/05/02 Reggiano (Santa Maria della Fossa) 5.05
1996/10/15 Correggio 5.44

Come si vede, anche se l'elenco dei terremoti storici comprende pochi eventi veramente significativi (come il terremoto di Argenta del 1624 o quello di Concordia sulla Secchia del 1346), non si può certo parlare di una zona che non conosca i terremoti.
L'Italia è un Paese curioso: è uno dei Paesi più antropizzati e più ricchi di storia al mondo, ed è dunque stato capace di ricostruire la storia sismica dei secoli passati, eppure è carente di memoria storica diffusa nella popolazione (e nella classe dirigente), per cui accade che vengano puntualmente rimossi eventi di questo tipo nonappena finisce un'emergenza.
Andrà così anche questa volta?