mercoledì 20 marzo 2013

Sono proprio tutti uguali

Ci risiamo. Sabrina Nobile delle Iene è tornata a sottoporre i nuovi Parlamentari a domande elementari di cultura generale e attualità, e come era accaduto nelle precedenti legislature, alcuni di loro hanno fatto una pessima figura (qui il video). La notizia è che è stata pizzicata anche una parlamentare del Movimento 5 Stelle, quello che si era presentato come il nuovo, quello che doveva portare la meritocrazia al posto delle raccomandazioni e delle nomine fatte secondo logiche di potere. Ebbene, la deputata Gessica Rostellato non sa cosa sia la Bce né chi sia Mario Draghi (che secondo lei è "uno che vuole candidarsi alla Presidenza della Repubblica"), il che significa che non è informata e che non legge i giornali. La cosa in fondo è comprensibile da parte di una rappresentante di un movimento che pensa che i giornali siano robaccia di regime, ma evidentemente la Rostellato non ha saputo fare un uso adeguato neanche di quel Web che sarebbe il luogo sacro della Verità. Magari perché non ha studiato prima, quindi non ha imparato a selezionare le fonti, né a riconoscere ciò che bisogna sapere da ciò che è irrilevante. E forse a leggere tutti i giorni soltanto il blog di Grillo non si diventa poi così informati.
Si potrebbe replicare che la Rostellato può essere solo una pecora nera, che non è giusto metterla in croce per una lieve dimenticanza, che non sono tutti così... può darsi, ma allora questo dovrebbe valere anche per gli altri.
Invece va ricordato che la reazione degli spettatori delle Iene è stata per anni una giusta reazione di indignazione, e la conclusione che molti hanno tratto dalle precedenti inchieste è stata che "sono tutti ignoranti", che "sono tutti uguali" e che "devono andare tutti a casa". Ora invece cominciamo a scoprire che i parlamentari del Movimento 5 Stelle non sono migliori degli altri. In poche settimane abbiamo già conosciuto la falsa laureata, il complottista dei microchip e l'ammiratrice del fascismo. Si potrebbe replicare che i partiti sono lo specchio della società, e la società italiana non è particolarmente colta. Verissimo. Ma allora il 5 Stelle è un partito come gli altri. Anzi, gli altri almeno qualche punta di eccellenza ce l'hanno (ad esempio i neoeletti presidenti delle camere, Boldrini e Grasso), i 5 Stelle non mi pare.
Del resto, Grillo ha voluto selezionare i parlamentari in base alla non appartenenza ai partiti e l'assenza di condanne. L'idea cioè sarebbe che chiunque può fare politica, purché sia onesto e non compromesso coi partiti. Io mi permetto di dissentire. Forse sarebbe stato meglio inserire anche una clausola sulla cultura generale. Si sarebbe potuto usare come parametro i risultati durante tutta la carriera scolastica, ad esempio si dovevano candidare solo quelli che avessero preso il massimo dei voti a partire dalla scuola dell'obbligo. Ma se Grillo avesse fatto una cosa del genere, il suo movimento non avrebbe preso tutti quei voti alle elezioni, perché il successo elettorale si è basato sulla logica "Maria de Filippi" (chiunque può arrivare in alto) che ha consentito a tanti elettori di identificarsi nel movimento, mentre con la "logica dei professori" i risultati sarebbero stati pessimi, come accade ad esempio regolarmente ai Radicali, perché come si sa agli italiani la cultura e la preparazione non piacciono. Inoltre, ma certo non ultimo, come ben sanno i partiti tradizionali, chi è colto è più difficilmente manipolabile.
Forse una cosa che sfugge a Grillo e a tanti altri è che la cultura non è slegata dai valori morali. Infatti la persona colta non è qualcuno che si è inzeppato di conoscenza, ma è uno che si è sforzato di imparare per capire, e di capire per poter risolvere i problemi. Presentarsi in Parlamento senza avere studiato e senza neanche informarsi sull'attualità significa essere presuntuosi, significa pensare che non c'è bisogno di studiare, di riflettere, di ragionare, per capire come risolvere i problemi.
Per quanto mi riguarda, un partito che candida anche solo un personaggio così scarso è inaffidabile. Da questo punto di vista ha ragione Grillo a dire che i partiti sono tutti uguali, ma in questo giudizio dovrebbe aggiungerci anche il suo.

martedì 12 marzo 2013

Grillino demystified


Come accadeva già con Berlusconi, il problema principale non è il candidato ma sono gli elettori. Infatti, dietro il successo di un politico, si nasconde una serie di idee che i suoi elettori professano. Queste idee possono essersi sedimentate nella società civile nel corso degli anni, oppure possono essere state introdotte nel cervello degli elettori da una sapiente campagna di stampa. Sta di fatto che ci sono.

Quelli che non votavano Berlusconi si sono chiesti per anni: quando capiranno? quando smetteranno di votarlo? ma gli elettori di Berlusconi non capivano, e continuavano a votarlo. Ma perché? Semplice, perché dal loro punto di vista non c'era niente da capire. Infatti, l'elettore berlusconiano medio, pensa che i politici siano tutti ladri. Anzi, pensa che l'uomo per natura è ladro, che chi può ruba. Inoltre, l'elettore berlusconiano medio pensa che i comunisti mangiano i bambini. E soprattutto, che vogliono fargli pagare più tasse (o le tasse). Ecco perché Berlusconi è stato votato nonostante i suoi processi, nonostante gli scandali che hanno spesso coinvolto quelli del suo partito e i suoi alleati. Invece, il crollo dei consensi, Berlusconi l'ha ottenuto quando ha messo l'Imu, il redditometro ed Equitalia. Poi, si è ripreso in parte, sostenendo in campagna elettorale di non avere nulla a che fare con quei provvedimenti (come Bart Simpson quando dice: "non sono stato io").

Comunque nel caso di Berlusconi è stato, almeno all'inizio, difficile capire i suoi elettori, perché in genere non parlavano, si mimetizzavano, si nascondevano, mentre nel caso dei grillini è facile perché hanno lasciato e lasciano in continuazione in rete, il loro luogo d'elezione, ampie testimonianze sulla loro visione del mondo. Spesso mi è capitato di discutere con loro, come credo a molti, e quasi sempre sono stato accusato di essere: disinformato, corrotto, pagato dalle banche o dai partiti. Be' che dire, magari fossi pagato. Ok, era solo una battuta.
In pratica, per il grillino medio, chi non è d'accordo con lui (e dunque a sua volta è d'accordo con Beppe) è ignorante o in malafede. Da ciò si deduce che per il grillino

1- esiste una sola verità.

Per questo una discussione è praticamente impossibile, perché il grillino è stato educato (diciamo così) a screditare sistematicamente chi non la pensa come lui. Prendiamo ad esempio gli inceneritori: al grillino non interessa il fatto che ce ne siano tanti in tutta Europa, anche in Paesi che normalmente consideriamo più avanzati del nostro, né che eminenti scienziati non li considerano dannosi: evidentemente i governi che hanno deciso di costruirli erano corrotti, e gli scienziati che li difendono sono... anche loro corrotti.
Il punto non è naturalmente che si possa essere contrari agli inceneritori, ma semmai che il grillino non riconosce la legittimità delle idee diverse dalla sua. Questo è naturalmente un atteggiamento antidemocratico, ma lui non lo sa.
Questo avviene anche per una semplificazione estrema del pensiero, che non tiene conto dei pro e dei contro, né delle alternative. Il grillino non pensa cioè che una cosa (in questo caso l'inceneritore) potrebbe avere dei pro e dei contro, potrebbe portare dei danni che però vanno paragonati alle alternative. No: per lui una cosa o è buona o è cattiva, o fa bene o fa male. Con questa logica si dovrebbero abolire le automobili perché in circa un secolo hanno prodotto milioni di morti sulle strade. Ma naturalmente il grillino, con una logica faziosa, usa questo modo di ragionare solo per le cose che non piacciono a lui. Quindi magari prende l'automobile per andare a comprare il pollo a chilometro zero o per farsi una bella gita al mare. Ma non vuole sentir parlare di inceneritori, perché non piacciono a lui, e soprattutto al suo capo.
Pensiamo anche alla Tav: il grillino non concepisce che, almeno in linea teorica, una grande opera come quella possa portare dei vantaggi, che in futuro forse il traffico di merci in Europa potrebbe aumentare, che forse a lungo andare sarebbe meno inquinante trasportare le merci su rotaia anziché su gomma, che chi ha concepito l'opera non l'ha fatto soltanto per biechi interessi ecc. No: per lui è tutto chiaro, la Tav è un crimine, punto e basta.
Un altro esempio si potrebbe fare per i vaccini: per il grillino medio i vaccini fanno male. E come "prova" ti porta il fatto che anni fa un ministro prese una tangente da una multinazionale che produceva i vaccini (il che per lui è la prova inconfutabile che i vaccini fanno male), oppure ti porta qualche caso di bambini che si sono ammalati o sono morti dopo aver preso dei vaccini. Anche qui, il grillino non valuta i pro e i contro e le alternative: non gli viene in mente che senza vaccini i bambini morti potrebbero essere milioni. No: per lui i vaccini, come tutto, o sono buoni, o sono cattivi. Una via di mezzo non esiste. Una scelta tra alternative, nessuna delle quali porti dritto al paradiso, neanche.
Se la verità è una sola, ne discende che

2- solo chi possiede la verità ha il diritto di governare, e lo deve fare da solo.

Il grillino pensa che basti che il Movimento vada (da solo) al governo, perché tutto si risolva e l'Italia diventi un paradiso.
Ma perché fino a questo momento i governi non hanno applicato quell'unica verità che per loro è così evidente? Semplice, perché sono disonesti. I partiti non hanno alcuna funzione positiva, sono solo associazioni a delinquere, servono solo per rubare il denaro dei cittadini onesti. Essendo la verità una sola, non c'è niente da mediare, niente da discutere, niente da elaborare. Ecco perché per il grllino

3- in politica l'onestà è tutto

Questo discende dagli assunti precedenti: se la verità è una sola ed è già conosciuta, è evidente che, se chi è al governo ora non la applica, ciò non può essere dovuto che alla sua disonestà. Infatti, per il grillino tutti i politici (tranne Grillo e Casaleggio), sono corrotti e antepongono i loro biechi interessi personali al bene pubblico. In realtà, a ben guardare questo potrebbe essere dovuto anche all'ignoranza o alla stupidità di chi è al governo, ma in generale i grillini battono sul tasto dell'onestà, e in secondo luogo, della disinformazione, mentre la stupidità non viene contemplata come possibile causa del malgoverno.
Quindi, chi si aspetta che adesso i grillini "aprano gli occhi", ora che ci comincia a capire quanto siano impreparati i nuovi parlamentari del Movimento, si sbaglia, perché per loro la preparazione non è importante (come non lo è l'onestà per i berlusconiani). Conta solo essere onesti, tanto poi si tratterà di pigiare sul tasto per votare i provvedimenti giusti voluti "dalla base" (cioè da Grillo e Casaleggio).

E quindi a che servono i partiti? Vagli a spiegare che i partiti esistono in tutti i Paesi (almeno quelli democratici), che servono a rappresentare i diversi pezzi della società, mediando i loro interessi, trovando un punto comune tra esigenze diverse, elaborando un programma coerente ecc. E che per funzionare, i partiti hanno un costo, come ha un costo tutto. No, per il grillino, dal momento che la verità è una sola, e per governare basta applicarla, ecco che

4- i partiti sono inutili

Un'altra caratteristica del grillino è l'incapacità di fare un'analisi equilibrata dello stato attuale dell'Italia. Per fare questo bisogna saper usare i numeri, saper scegliere qualche parametro misurabile, e fare il confronto con gli altri paesi. Ad esempio, se si usa il Pil, si scopre che l'Italia è al decimo posto nel mondo, se si usa la speranza di vita, si scopre che l'Italia è al quarto posto nel mondo, e al secondo tra i Paesi grandi dopo il Giappone. Se si guarda all'Indice di Sviluppo Umano, si vede che l'Italia fa comunque parte del primo gruppo. Quindi, avrà dei problemi, ma non è il Paese peggiore in cui vivere. Ad esempio in Spagna, dove non ci sono D'Alema e Berlusconi, la disocuppazione è il doppio che in Italia. Ma il grillino, da bravo arci-italiano, senza guardare a cosa accade all'estero, pensa che l'Italia sia al livello del Burkina Faso. E pensa, perché glielo ha raccontato Grillo nel suo blog, che

5- i partiti hanno distrutto l'Italia.

Intanto, una frase del genere comporta che l'Italia sia un Paese distrutto. Ma è vero? Siamo forse al livello del 1945, siamo ridotti a un cumulo di macerie? Qui si vede proprio l'incapacità di valutare i fatti. E questo è molto strano: almeno, nel 1945 l'Italia era stata distrutta dalla guerra. Quindi per i grillini i governi degli ultimi venti anni avrebbero fatto più o meno i danni di una guerra mondiale. Questo significa che per loro

6- La situazione di un Paese dipende interamente dal suo governo

Si vede che gli storici, i sociologi e gli economisti non hanno capito niente, perché nelle analisi delle crisi e delle decadenze del passato (come ad esempio l'antica Roma o l'Unione Sovietica), ma anche delle ascese e dei periodi di crescita, non viene mai citata come unica causa il governo. Nel bene e nel male, lo stato di una società dipende dalle forze produttive e dalle condizioni economiche, sociali, culturali e politiche di quella società. Se ad esempio i cittadini hanno come scopo nella vita quello di imboscarsi in un ministero per non lavorare, oppure se non pagano le tasse, questo andazzo avrà ripercussioni negative sull'intera società. Anzi da questo punto di vista la stessa esistenza dei grillini è uno dei sintomi della decadenza della società (cioè la società civile tende ad autoassolversi e non riconosce le cause dei propri mali). Eppure sono secoli che gli storici e i filosofi denunciano i difetti degli italiani, da Guicciardini a Leopardi, da Mazzini a Gramsci. Ma no, per i grillini è tutta colpa dei partiti. Per uscire da questo impasse, forse farebbero bene ogni tanto ad aprire qualche libro, invece di leggere soltanto il blog di Grillo o di Byoblu.

Ora vorrei sapere come si può pensare che un governo democraticamente eletto, anzi una serie di governi che ogni volta vengono scelti dai cittadini, possano distruggere da soli un Paese. Una cosa del genere può capitare in una dittatura, dal momento che chi comanda può imporre la propria volontà, e per anni, alla società intera. Invece qui si presuppone che mentre in Italia i due schieramenti (Il Pdl e il Pdmenoelle, per usare il linguaggio di Grillo) si succedevano distruggendo l'Italia, la società civile ne subiva la mala politica passivamente, che gli elettori continuavano a votarli, che la confindustria, i sindacati, i mass media, siano rimasti a guardare, anzi abbiano approvato la distruzione del Paese, senza avere alcuna colpa! Quindi gli elettori, che secondo i grillini sono puri e onesti, hanno votato per vent'anni per una classe politica che stava distruggendo il loro Paese senza batter ciglio!
Da questo si capisce che altro credo del grillino è che "il sistema è marcio". Infatti secondo il grillino,

7- esiste un unico sistema corrotto, che unisce partiti, sindacati e organi d'informazione

che ha avallato la mala politica senza mai fare una critica, e che dunque va spazzato via.
Peccato che uno dei temi preferiti da Grillo, quello dei costi della politica, sia stato portato alla ribalta da due giornalisti del Corriere, Stella e Rizzo, con il loro libro "La casta". E peccato che è stata una trasmissione come Le iene a screditare i parlamentari con le loro inchieste sull'ignoranza dei parlamentari, o sul loro consumo di droga. E che dire di trasmissioni come Report o Presa diretta, che da anni ci raccontano degli scandali giudiziari e delle magagne dei partiti? Inoltre il grillino ignora che questi scandali emergono spesso dagli stessi giornali di partito o comunque vicini a una parte politica, i quali sia pure in maniera faziosa, approfittano di qualunque inchiesta che coinvolga l'altra parte per gettare fango sulla parte opposta. Questo, che ai grillini non piace perché loro vorrebbero che ci fosse un solo organo di informazione come la Pravda sovietica, si chiama pluralismo dell'informazione. Per esempio, il Giornale accusa la sinistra, l'Unità accusa la destra, e poi il lettore si fa la sua idea. Poi vi sono giornali più indipendenti dal potere politico, che magari riportano le inchieste che riguardano entrambe (o tutte) le parti.
Ma no, il grillino medio non sopporta che vi siano idee e punti di vista diversi, e vorrebbe abolire televisioni e giornali. Tranne un canale pubblico, che diventerà presto l'organo televisivo del Movimento 5 Stelle, quando Grillo otterrà il 100% dei voti, come ha detto di desiderare e che sicuramente gli spetta (è un passo avanti, Berlusconi si era limitato a volere il 51%) e come ottengono i dittatori nei loro plebisciti.

Fintanto che i grillini crederanno a queste 7 idee, senza metterle in discussione, non "apriranno gli occhi" su Grillo e sul Movimento 5 Stelle. Qualunque cosa faranno. A meno che non smentiscano essi stessi questi assunti, come ha fatto Berlusconi quando ha alzato le tasse. Solo in quel caso i loro elettori li abbandoneranno.

venerdì 1 marzo 2013

La vittoria di Grillo


La vittoria a metà di Grillo (la sua lista è il primo partito ma non ha la maggioranza) pone diversi interrogativi sugli avvenimenti futuri.
Grillo ha condotto una campagna elettorale in cui è riuscito ad intercettare il malcontento di molti elettori provenienti sia dalla sinistra che dalla destra. Il risultato però è che, se dovesse governare, scontenterebbe inevitabilmente qualcuno. Ad esempio i piccoli imprenditori che lo hanno votato abbandonando Berlusconi o la Lega, non credo che sarebbero molto contenti della decrescita felice che è nell'orizzonte di molti grillini "di sinistra", e certamente non si accontenterebbero del no alla Tav e dell'acqua pubblica. Va bene grazie, ma che ci facciamo? direbbero giustamente.
D'altro canto il suo programma è quasi interamente un vago elenco di tagliare, eliminare, via questo, via quest'altro (ad esempio: via la legge Gelmini, via la legge Biagi) senza dirci con cosa intende sostituirle. Vi sono poi lampanti contraddizioni: prima si tuona contro l'intrusione dei partiti nelle banche, e poi si propone la nazionalizzazione delle banche stesse. Come se le banche nazionalizzate non venissero in qualche modo controllate dal potere politico (volendo essere maligni si potrebbe sospettare che è proprio questo a cui mira Grillo, ma io sono ingenuo e puro e quindi non lo penso).
Comunque, la forza di Grillo non sta certo nella sostanza delle proposte, ma è stata quella di far credere che si possa far pagare la crisi interamente alla classe politica, alla "casta", anzi alleviando le sofferenze sociali con provvedimenti costosissimi quali il sussidio di disoccupazione universale. Basterebbe fare due conti (quanto costa la politica e quanto costerebbe questo provvedimento) per capire l'inganno, ma si sa, la gente non è precisamente portata per la matematica. Ma proprio in questo consiste la demagogia, nell'individuare facili capri espiatori (un tempo gli ebrei o i comunisti, oggi "la casta") in modo da assolvere il popolo da tutte le sue responsabilità. E infatti Grillo ha anche abilmente tuonato contro il redditometro ed Equitalia, facendo capire che la lotta all'evasione fiscale, l'unica che potrebbe fornire le risorse necessarie, non sarebbe la sua priorità, come del resto non lo sarebbe e non lo è mai stato per il suo predecessore, il suo collega barzellettiere. D'altro canto, se avesse detto "farò pagare le tasse a tutti" avrebbe preso molti meno voti. Quello che aveva promesso il risanamento dell'economia italiana attraverso il rigore, e cioè Monti, è stato sonoramente bocciato dagli Italiani.
Dunque Grillo ha ottenuto un buon successo con facili promesse elettorali, senza peraltro spazzare via tutti come aveva promesso. Proprio come faceva il suo predecessore, che comunque si è difeso con lo stesso metodo (via l'Imu, condoni ecc.). Il problema però è che in base alla sua personalità dittatoriale, e da buon leader populista, che vuole solo il potere, Grillo vorrebbe la maggioranza assoluta. Per ottenerla dovrebbe rimanere all'opposizione, sperando che gli altri partiti commettano altri errori, in modo da vincere le prossime elezioni. A quel punto potrebbe sostituire Berlusconi come leader populista, potrebbe insediarsi in Parlamento e magari non fare niente per 5 anni, proprio come ogni leader populista che si rispetti (va bene, lo ammetto, non sono sempre ingenuo e puro).
Ora, l'unica speranza è che i grillini eletti in Parlamento siano migliori del loro leader, e che aprano gli occhi.
I grillini dovrebbero capire che alle elezioni non hanno preso né il 100% né il 51% dei voti, che non possono governare da soli, che non esistono solo loro, che i loro voti sono validi quanto gli altri, che milioni di italiani hanno votato altre forze politiche, che anche le altre forze politiche hanno diritto di esistere, che anche i loro rappresentanti (e i loro elettori) hanno delle idee e dei valori. Inoltre dovrebbero capire che fuori del loro computer e del blog di Beppe esiste il mondo, che esiste l'Unione Europea, la Cina, la Bce, lo spread, la Nato, l'esercito, il debito pubblico ecc. E che la maggioranza di chi li ha votati non lo ha fatto perché ha letto il blog, non sa nulla della mitologia del web, delle scie chimiche, dei vaccini che fanno male, dei terremoti che si possono prevedere ma gli scienziati cattivi non lo dicono, della Montalcini che avrebbe comprato il premio Nobel, dell'Aids che non esiste, della prevenzione dal cancro come inutile anzi dannosa, della decrescita felice, dell'acqua pubblica, del wi-fi pubblico e del no alla Tav come soluzione di tutti i mali ecc. Quelli che hanno votato Grillo in maggioranza lo hanno sentito parlare nelle piazze o in televisione, e hanno ingenuamente creduto alle sue promesse, lo hanno ritenuto capace di risolvere i problemi concreti, di trovare loro un lavoro, di assicurare loro una pensione ecc.
Al momento sembra che i grillini (o meglio, Grillo, l'unico che fino ad ora ha parlato) pretendano che il parlamento voti tutti i provvedimenti da loro desiderati, a scatola chiusa, passivamente. Ma il parlamento non è il blog di Grillo.
E' divertente che alcuni commentatori vicini a Grillo sostengano che non c'è bisogno di votare la fiducia ad un eventuale governo a guida Pd, basta che qualche senatore grillino esca dall'aula, e poi ci penserà Monti a dare i voti necessari per la fiducia. Ma dove sta scritto che Monti sia disposto ad appoggiare un governo a guida Pd per poi lasciare che l'agenda la detti il Movimento 5 stelle? Questo dare per scontato che gli altri facciano ciò che vogliamo noi, denota una scarsa maturità.
Per ora siamo veramente alle comiche. Il delirio di onnipotenza grillino è destinato prima o poi a scontrarsi con la realtà. Ma a quale prezzo per l'Italia? Gli italiani, sempre pronti a votare per il demagogo che le spara più grosse, comunque se lo meriterebbero.