domenica 28 giugno 2015

Uscire dall'Euro - step 1


A volte avere ragione non è così piacevole. Secondo i guru dei no-euro, che piacciono tanto a Grillo e a Salvini, un paese che esce dall'euro non rischia la corsa agli sportelli da parte dei suoi cittadini, preoccupati che la nuova moneta si svaluti e quindi desiderosi di salvare i propri risparmi. Io invece, nel mio piccolo, qualche mese fa dicevo qui
"Una volta annunciata l'uscita dall'Euro, i risparmiatori e i correntisti italiani, insomma tutti quelli che hanno qualcosa da parte, si precipiterebbero in banca per ritirare i propri soldi, cercando poi di portarli all'estero, prima che vengano ridenominati nella nuova moneta (che chiameremo neo-Lira per chiarezza), dato che con ogni probabilità questa nuova moneta si svaluterà pesantemente (quelli che vogliono uscire dall'Euro, lo propongono proprio per potere svalutare la nuova moneta, sperando poi che i prezzi più bassi delle nostre merci all'estero possano consentire un aumento delle esportazioni).
- Poiché però le banche non possiedono materialmente tutto il denaro che i risparmiatori richiederebbero (perché per legge devono avere a disposizione solo una frazione del totale dei risparmi), andrebbero subito fallite. Per evitare il fallimento delle banche, il governo dovrebbe essere costretto a chiudere gli sportelli, come si fece in Argentina nel 2001 (il famigerato "Corralito"), impedendo agli italiani di ritirare i propri soldi, e costringendoli a vedere rinominati i propri risparmi nelle neo-Lire."
E aggiungevo che la fuga di capitali potrebbe iniziare anche prima di annunciare l'uscita dall'Euro, per il semplice effetto annuncio, come accadrebbe nel caso in cui il Movimento 5 Stelle o la Lega riuscissero ad ottenere un Referendum per portare l'Italia fuori dall'Euro: 
"Per ora la nostra Costituzione impedisce di fare Referendum sui trattati internazionali e sulle questioni fiscali, ma nel caso la raccolta di firme avesse un grande successo, oppure nel caso in cui alcuni partiti proponessero seriamente di rivedere la Costituzione per poter poi fare veramente il Referendum, la fuga di capitali potrebbe iniziare per il semplice effetto annuncio."

Dato che la corsa agli sportelli bancari e la fuga dei capitali all'estero è esattamente quello che sta accadendo in questi giorni in Grecia, potrei vantarmi e ritenermi un genio dell'economia. Invece questo è un evento abbastanza ovvio, almeno per chi ha studiato un minimo la questione, e soprattutto, per chi vuole capire e non si vuole illudere. Ora, io non sono nessuno, mentre i guru no-euro con migliaia di follower anche politici non avevano saputo prevedere un evento così ovvio. E sono sicuro che continueranno ad avere migliaia di seguaci, che vorranno ostinarsi a credere che c'è un modo facile per risolvere i problemi economici e per essere tutti benestanti senza fatica (stampare, svalutare ecc.). 
Secondo la "mia" ricostruzione di qualche mese fa, il passo successivo è che le banche, rimaste a corto di liquidità, sarebbero costrette a fermarsi, determinando il blocco delle attività economiche. Attualmente le banche greche sono sostenute dai prestiti di emergenza della Bce, altrimenti sarebbero già fallite. Il blocco dell'economia sarebbe l'inizio del default: crollano le entrate fiscali, chiudono le aziende, lo Stato non può più pagare stipendi e pensioni, ed è costretto a uscire dall'Euro e farsi stampare la nuova moneta dalla Banca Centrale nazionale. Tutti gli altri eventi seguono a catena, determinando un impoverimento generale del Paese, di proporzioni notevoli. Poi (e soltanto poi) forse si riparte. 
Il caso della Grecia è un po' diverso da quello italiano, perché almeno ha il proprio debito pubblico in gran parte nelle mani dei creditori, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale. Anche se poi naturalmente se un Paese decide o è costretto a non ripagare il proprio debito, verrà esclusi dai mercati per gli anni a venire, e ciò gli creerà ulteriori problemi, che potrà ovviare o con una forte austerità (in modo da non creare nuovi debiti, pur in un contesto di forte calo del Pil), o stampando moneta per finanziare almeno in parte la spesa pubblica (cosa che però crea inflazione, vedi l'Argentina che è fallita 14 anni fa, ha ancora difficoltà a finanziarsi sui mercati, ha scelto questa strada e ancora oggi ha l'inflazione al 40%). 
Purtroppo la triste lezione di tutta questa storia è che quello che sembra funzionare nei blog, non sempre funziona nella realtà. Perché nella realtà non esistono pasti gratis. So che non è piacevole ma è così. Del resto, se siamo adulti, come abbiamo riconosciuto che la Terra non è al centro dell'universo e che l'uomo discende dalla scimmia, dobbiamo riconoscere anche questo. L'economia esiste, e ha le sue leggi. I soldi non crescono dagli alberi e non si può essere benestanti per decreto.