domenica 19 dicembre 2010

Fenomenologia del Giornale

Se il Giornale non fosse di proprietà di Berlusconi, sarebbe soltanto un giornaletto piccolo borghese, involontariamente comico, di cui non varrebbe la pena occuparsi. Ma trattandosi del giornale di proprietà della famiglia Berlusconi, esso ci dice qualcosa della visione della politica e della società di cui si fa portatore il centro-destra italiano da quando è stato monopolizzato dal Cavaliere. Ne emerge una visione nichilista e paranoica, amorale e rancorosa, piena di livore piccolo-boghese. Dove non si promuovono valori, ma si attaccano le persone (quelle che danno fastidio, s'intende).

La cosa più triste del Giornale, è che per difendere il Cavaliere, ha bisogno di infangare quotidianamente tutti gli altri. Ad esempio agli inizi di novembre il titolo di prima pagina del Giornale era: "I moralisti del bordello Italia", con sottotitolo "La patria degli incoerenti". "Promuovono la prostituzione, propagandano la pedofilia, predicano bene e razzolano malissimo". L'espediente di non mettere il soggetto a queste frasi naturalmente consente al Giornale di sparare nel mucchio, senza dover rendere conto delle proprie affermazioni. Ma la cosa più interessante è il messaggio che viene lanciato senza essere reso esplicito: l'Italia è un bordello, solo che alcuni fanno i moralisti, predicando bene e razzolando male. Quindi: se ci si lamenta perché l'Italia è un bordello non lo si fa per senso morale, ma per moralismo, e visto che nessuno è senza peccato, nessuno ha il diritto di lamentarsi. Il messaggio sottinteso è dunque: quindi possiamo votare tranquillamente Berlusconi, che in fondo non è peggiore degli altri. Questo modo di ragionare è interessante. Chi difende un partito o una posizione politica dovrebbe cercare di dimostrare che quella sia migliore delle altre. Se fosse vero che è tutto un bordello, la conclusione logica per chi mantiene un proprio senso morale e una capacità di indignarsi sarebbe quella di astenersi dal voto. Evidentemente lo scopo è quello di addormentare (qualora ve ne fosse il pericolo) la capacità di indignarsi da parte dei lettori, che già devono essere di bocca buona visto che si sorbiscono quotidianamente una dose di livore, insulti e attacchi personali a tutti quelli che non appoggiano incondizionatamente Berlusconi. L'amoralismo come base per difendere una posizione politica è il carattere distintivo del berlusconismo. La morale non esiste, o se esiste è molto lasca, tanto si sa come vanno le cose, no? Visto che non ci sono valori e ideali, non restano che parti in lotta. Per questo il Giornale ha bisogno di circondarsi di nemici, che vengono attaccati personalmente e non per le loro idee, in base a quella "macchina del fango" così efficacemente raccontata da Saviano. Il quale Saviano è stato sapientemente "consegnato" alla sinistra, dal momento che invece di dire che va tutto bene, osa denunciare i crimini e sperare che le cose possano migliorare. Decisamente troppo per la democrazia televisiva, dove a contare è l'apparenza e non la realtà.

Un altro aspetto interessante è la tattica del piano b. Si prende un fatto, anzi in genere un sospetto infondato, e si insinua che ci siano dietro risvolti penali ("La perizia dei Pm che inchioda Fini"). Siccome però quasi mai questi ci sono, spesso non ci sono neanche inchieste, e se ci sono si risolvono nel nulla (forse perché i giudici sono comunisti...), il sospetto viene lanciato ma poi si fa capire che la questione non è solo o non tanto penale, ma politica o morale (morale nel senso detto sopra, cioè che "anche loro fanno schifo e quindi non hanno diritto di fare i moralisti"). Ad esempio un titolo di un paio di mesi fa era: "Fini protetto dal coro dei falsari" (dove si mostra come sempre l'accerchiamento a cui sarebbe sottoposto Berlusconi, con i nemici che complottano contro di lui), con sottotitolo: "Per i maestrini del giornalismo il caso Tulliani è archiviato. E invece no: svendere e dare al cognato una casa del partito non è solo un fatto da codice penale, ma prima di tutto una schifezza. Che nessun giudice può seppellire". Naturalmente si sorvola sulle ben più gravi inchieste che coinvolgono esponenti del Pdl a tutti i livelli...

La delegittimazione di tutte le categorie sociali e professionali è un altro corollario del berlusconismo, avente lo scopo di fare terra bruciata e di impedire che chiunque dia fastidio al Cavaliere, o se lo fa, di impedire che sia considerato credibile. E così i giornalisti sono "maestrini" che non hanno il diritto di dare giudizi, gli studenti se protestano si sa che lo fanno sempre ("Gli studenti protestano, come sempre"), i giudici sono di parte e politicizzati ("Ma la vera lobby occulta è quella di pm e sinistra"), la confindustria se osa criticare il governo lo fa per interessi di parte, e certamente non è senza peccato ("L'ultima figuraccia - Confindustria indagata ma non lo sa"), persino i preti non possono parlare visti i casi di pedofilia.
Anche Famiglia Cristiana viene delegittimata da quando ha osato criticare Berlusconi: "Famiglia Cristiana consiglia film con bestemmie" (naturalmente questo titolo è stato fatto prima che la bestemmia venisse "sdoganata" da Berlusconi nella sua barzelletta su Rosy Bindi).
Nessuno si salva, nessuno vale qualcosa, nessuno ha diritto di giudicare. Naturalmente da questo tritacarne non si salva neanche il Presidente della Repubblica: "Napolitano a gamba tesa - siluro a Berlusconi". Fini è naturalmente protagonista (da quando si è allontanato da Berlusconi, si intende), e lui vengono dedicate prime pagine da mesi. Con titoli come "il Bunga Bunga di Fini", "L'ultimo tradimento - Fini vuole aumentare le tasse". Gli attacchi personali non finiscono mai. E ai "nemici" non si riconosce neanche la lealtà. "Congiure e veleni - le trame segrete di Fini", "C'è la conferma, Fini trama da due anni", "Santoro trucca dati e fatti per poter gridare al regime", mentre una prima pagina un giorno ci spiegava che persino cattivi come Fazio, Saviano, Scalfari, Benigni ecc. sono "mantenuti da Berlusconi".

Invece di giudicare nel merito quello che uno dice, si insinua che non ha il diritto di parlare: "Il fustigatore Santoro indagato per abusi edilizi nella sua villa", "Anche Grillo vuole soldi dallo Stato". La casa (degli altri) è evidentemente un tasto dolente: "Un prestito, la casa da pignorare - Bocchino story". Invece le case di Berlusconi vengono sbandierate come un trofeo: "Il Premier affitta un castello per le vacanze romane - Ecco la nuova reggia di Berlusconi".
Visto che i valori non esistono, o comunque nessuno può farsene portatore perché nessuno è onesto, tutto si riduce a lotta per il potere: "Che imbroglio il partito degli onesti - La chiamano battaglia per la legalità. E invece è una semplice lotta di potere..", "I moralisti con gli altri - le vergogne di Repubblica".
Quello che è un merito per quelli della propria parte (ad esempio avere successo, fare soldi, avere la villa ecc.), diventa un demerito per i "nemici": "Giancarlo Tulliani ha perfino la Ferrari - la bella vita del cognato", "Ma quante case hanno Fini e Tulliani".
Fini naturalmente è stato il protagonista dell'estate con titoli quali: "Le infamie di Fini", "Il doppio gioco dell'ex leader di An". Si scambiano facilmente i fatti con le opinioni: "Fini al tramonto - scaricato da tutti". Chi esprime opinioni che non piacciono deve essere messo a tacere: "Mandiamo a casa Fini - già raccolte 35 mila firme".
"Fini fatto fuori da Berlusconi - colpo di grazia", "Dopo la cacciata dal Pdl - Fini, il pericolo è la sua vendetta" (dove almeno si ammette che quindi Fini è stato cacciato, versione che poi verrà smentita dagli esponenti del Pdl).

Nessuno è un santo e tutti hanno i propri scheletri nell'armadio: "L'evasione dell'avvocato - La Agnelli non vuol pagare le tasse". L'editore di Repubblica, giornale schierato contro Berlusconi, ovviamente non la passa liscia: "Stangati i parenti De Benedetti - e anche i fan di Repubblica ora gli fanno la guerra", "La nuova vittima è Vendola - De Benedetti, il portajella ci riprova". Naturalmente non se la può cavare neanche l'ex moglie di Berlusconi: "Veronica e il divorzio dal Cavaliere - una montagna di soldi e ancora non basta". Di Patrizia D'Addario, la escort divenuta famosa per aver lavorato per Berlusconi, si dice, rigirando clamorosamente la frittata: "Patrizia D'Addario vittima del suo lavoro - La triste fine del mito della sinistra". Del resto sono sempre gli altri i colpevoli per ciò che viene additato a Berlusconi: "L'egemonia gramsciana - fu la sinistra a imporre in tv la sottocultura". Oppure: "Bufera sul Pd della Basilicata - I droga party democratici".

Non manca naturalmente il vittimismo: "Censura preventiva per il Giornale - Carabinieri in redazione", "Gli abusi della magistratura - i Pm spiano i telefoni del Giornale", "Il solito polverone per una battuta del Premier - Berlusconi contro Bindi, secondo round".

I riferimenti alle vicende internazionali sono quasi del tutto assenti. Si preferisce guardarsi l'ombelisco, spiare dal buco della serratura, attaccare le persone invece delle idee.

Queste sono le prime pagine del giornale del Partito dell'Amore degli ultimi mesi. Dove più che l'amore emerge l'odio, un odio per tutti quelli che non si sottomettono a Berlusconi.

Per approfondire: Le prime pagine del Giornale

3 commenti:

  1. Il giornale sarà pure un giornalaccio ma francamente la perquisizione in redazione quel pm se la poteva risparmiare.

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  2. non so se il pm avesse ragione o torto..
    però se il giornale si limitasse a fare inchieste (magari senza inventare di sana pianta come mitrokin o telekom serbia) nessuno si sarebbe sognato di perseguitarlo..
    se le inchieste invece sono solo fini a coertare la volontà degli oppositori o presunti tali c'è un reato non molto dissimile da quelli contestati a corona (estorsione).
    inoltre anche il proprietario formale del giornale, paolo b sta avendo problemi(nuovamente) con la giustizia per la questione intercettazioni illegali nel caso unipol..
    detto questo, solo su una cosa ho qualche dubbio:
    porro non è nè feltri nè sallusti,quindi, a mio avviso, qualche paranoia in quel caso l'ha avuta anche il portavoce della marcegaglia (con succassivo delirio complottista..)

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  3. Non c' entra niente con l' articolo ma qui in Spagna si sta discutendo e polemizzando molto su un progetto d legge che chiamano Ley Sinde, che mi sembra vergognosa perchè permette al governo di censuare qualsiasi pagina web praticamente senza dover rendere conto a nessuno...In Italia esiste già qualcosa del genere? Questo della Spagna mi sembra un precedente pericoloso...

    Forse quando avrò tempo (se ne avrò mai) farò una nota sul mio blog

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