
Un tempo durante le Olimpiadi la Rai spostava le dirette da un canale all'altro, in modo da poter trasmettere tutti i telegiornali del mondo senza disturbare chi volesse continuare a seguire gli eventi olimpici, che come si sa si succedono incalzanti e non stanno certo ad aspettare che Maria Concetta Mattei o chi per lei ci ragguagli sull'ultima moda nelle spiagge italiane o sulla storia d'amore tra William e Kate. E invece no, ormai da qualche edizione dei Giochi Raidue è destinata ad essere l'unico canale olimpico, e il Tg2, gelosissimo dei propri (numerosi) spazi, ne approfitta per aumentare artificialmente il numero di spettatori, per vincere la quotidiana battaglia dello share contro le altre redazioni del cosiddetto servizio pubblico e di quello privato, battaglia che interessa soltanto ai diretti interessati. E naturalmente non si potevano usare neanche i due canali sportivi del digitale terrestre, che ormai tutti possono vedere, altrimenti gli spettatori avrebbero cambiato canale e addio audience-record per il Tg2.
Potrebbe sembrare un episodio di scarsa importanza, ma in primo luogo non lo è perché lo sport è una forma culturale dai risvolti sociali importanti, e in ogni caso, esso mostra come ormai anche nella Rai è diffusa la tipica mentalità italiana, che antepone l'interesse particolare (in questo caso il trionfo, magari truffaldino, di un telegiornale sugli altri) all'interesse generale. Come se gli italiani non avessero altre fonti di informazione oltre al Tg2. Mentre, se si escludono i fortunati che avevano l'abbonamento a Sky e potevano addirittura scegliere tra 12 eventi diversi in contemporanea, gli altri, i poveracci che pagano "solo" il canone, si sono visti ogni giorno, e più volte, tagliare la diretta per sorbirsi notizie che avevano già sentito e che avrebbero risentito nelle edizioni successive, o che avrebbero potuto sentire tranquillamente cambiando canale. Invece loro no, loro poverini volevano solo seguire senza interruzioni un evento che capita una volta l'anno. Ma siccome non avevano la pecunia per permettersi l'abbonamento a Sky, o magari si erano soltanto fidati ingenuamente del servizio pubblico, sono stati puniti a dosi massicce e non richieste di telegiornale.
Alla fine, con la trionfante dichiarazione finale sullo share, il Tg2 ci ha fatto capire come la Rai ha considerato la trasmissione dei Giochi: un volano per il Tg2. Chissà, devono aver pensato quei geni che risiedono ai piani alti di Raidue, magari tra i tanti spettatori che vorranno assistere alle gare di Bolt o della Pellegrini, qualcuno rimarrà incantato dalla qualità eccelsa del Tg2, e da allora non riuscirà più a fare a meno di noi.
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