mercoledì 21 settembre 2011

Terry De Nicolò e i valori della destra


Secondo gli ultimi sondaggi, il consenso nei confronti di Berlusconi è ormai al 25%, cioè un quarto degli italiani approva l'operato del nostro Presidente del Consiglio. Questo anche dopo che sono state pubblicate le intercettazioni in cui, tra le altre cose, diceva "faccio il premier a tempo perso", per dirne una. Il 25% può sembrare poco, ma è pur sempre un quarto degli italiani.
Se si votasse domani, pare che il Pdl sarebbe di poco il secondo partito, con circa il 26% dei voti. Evidentemente, una tale resistenza deve essere dovuta ad un fatto culturale, più che al semplice appoggio ad una persona. Evidentemente gli elettori condividono con Berlusconi una visione del mondo, dei valori ben radicati. E quali sono questi valori?

Ci può aiutare a capirlo l'intervista che Terry de Nicolò, una delle ragazze che frequenta(va)no le feste a Palazzo Grazioli, ha rilasciato per la trasmissione "L'ultima parola", intervista che rappresenta un perfetto compendio dei valori e delle idee della destra italiana all'epoca di Berlusconi. Tra vent'anni basterà da sola a spiegare questi anni di potere berlusconiano.

La cosa principale che emerge è che i soldi e il successo vengono prima di tutto, e per ottenerli non esistono regole. L'imprenditore Tarantini, condannato per spaccio di droga e indagato per sfruttamento della prostituzione, viene considerato un mito, e "tutti quelli che lo condannano lo fanno perché in realtà sono invidiosi".

La società, nel De Nicolò-pensiero, è divisa tra leoni e pecore. Tarantini viveva da leone, gli altri, invidiosi, vivono "cent'anni da pecora".

"E' tutto mosso dall'invidia, anche verso Berlusconi". La ragazza non concepisce neanche l'esistenza di valori diversi dai propri, quindi chi critica un certo tipo di comportamento, per lei lo fa solo per invidia.

Le persone si possono vendere, non solo è lecito, anzi è un bene. "Se tu sei una bella donna e ti vuoi vendere, tu lo devi poter fare".

"La bellezza è un valore", quindi deve essere monetizzabile, e "viene pagato come la bravura di un medico". Tanto, se un imprenditore non usa la "donna-tangente", "userà le mazzette".
L'onestà è un ostacolo per il successo: “quando sei onesto non fai un grande business: rimani in piccolo.”

Nella società vige la legge del più forte ("qui è la legge di chi è più forte, di chi è leone"), dove la ragazza non si rende conto che in base a questa logica un qualunque uomo potrebbe usarle violenza. La società è vista come una giungla, e lei ci si trova bene.

Il presidente viene chiamato "imperatore". Nei Paesi democratici uno che si atteggiasse o venisse considerato "imperatore" verrebbe visto con sospetto: evidentemente il suo potere sarebbe troppo grande per una società democratica. Per la destra italiana invece è un bene che ci sia un uomo così potente, e "tutti vogliono andare da lui". Infatti, "lui non paga un c.; è la gente che si fionda da tutte le parti. Lui apprezza, perché è un esteta.”

L'immoralismo come valore: “È la legge del mercato: più in alto vuoi andare più devi passare sui cadaveri. È così ed è giusto che sia così. Però qui non viene capito perché c’è un’idea cattolica, c'è un'idea morale.”
La ragazza è abbastanza lucida da rendersi conto che i suoi valori sono contrari a quelli cattolici. La morale, che lei rifiuta, viene accostata al cattolicesimo e alla sinistra.

Anche i diritti non hanno cittadinanza: "E' questo che mi fa inc., l'idea moralista della sinistra, che tutti devono guadagnare 2.000 Euro al mese, che tutti devono avere diritto.. no no e no!".

Siccome si fa così da sempre, va bene: “Io dico che questa definizione della donna-tangente è sbagliata, perché comunque è da che mondo è mondo.”

D'altro canto, per ottenere quello che è il valore più grande, il denaro, si deve essere disposti a tutto: "Se tu sei pecora, rimani a casa con 2.000 Euro al mese, se tu vuoi invece vuoi 20.000 euro al mese, ti devi mettere sul campo, ti devi vendere tua madre".

Va dato atto a Terry De Nicolò di essere andata fino in fondo nel mostrare i valori in cui crede una parte (purtroppo) consistente della società italiana. In questo quadro emerge come il sesso sia in fondo un dettaglio, un aspetto secondario: quello che conta sono i soldi e il potere.

Per questo non c'è l'ombra di alcuna forma di liberazione, in questa mercificazione assoluta dei rapporti umani.

Ed è questo l'errore che commette Giuliano Ferrara, quando ci fa credere che "Berlusconi ha liberato psicologicamente gli italiani". Essere schiavi dei propri vizi non è esattamente una forma di liberazione, come non lo è cedere agli idoli del proprio tempo.

D'altro canto questa visione della società come giungla dove domina la legge del più forte, è funzionale alla destra intesa come la parte della società che partendo da una posizione privilegiata, ha (o crede di avere, prima che crolli tutto) l'interesse a sopprimere l'idea di diritto e di uguaglianza.

Mentre in tutto il mondo ridono di noi, noi ci teniamo un Presidente del Consiglio indagato in diversi processi, e per reati anche gravi. Credo che la mancanza di morale sia una delle caratteristiche più tipiche dell'Italia, rispetto ad altri Paesi. Morale intesa in primo luogo come etica pubblica, come rispetto dell'altro come persona dotata di dignità e di diritti, come rispetto delle regole che sole rendono possibile la convivenza civile.
Berlusconi ha tratto vantaggio dall'esistenza di questo tipo di idee, così chiaramente esposte da Terry De Nicolò, anche se con le sue televisioni, il suo stile di vita e le sue dichiarazioni ha contribuito negli ultimi trent'anni a diffonderle sempre di più. E con i suoi difensori come Giuliano Ferrara ha contribuito a sdoganare l'immoralismo come sistema di valori.
Del resto, l'idea che "così fan tutti", che l'Italia sia un grande bordello e che quindi vada tutto bene così, è propagandata dai giornali di destra, come abbiamo visto tempo fa riguardo al Giornale.

A questo punto sarebbe fin troppo facile accostare la decadenza economica dell'Italia a questa decadenza di valori, ma non credo che questa considerazione si discosti molto dalla realtà. Non è certo con questa mentalità che si costruiscono aziende solide che possano competere nei mercati internazionali, che si costruisce una società dove ciascuno fa il proprio dovere. Quello che per qualcuno è soltanto una vita da pecora.

Link: Il video dell'intervista

1 commento:

  1. Insomma o sei pecora o sei leone (come diceva anche Mussolini)...Altre cose nel mezzo per loro non ce ne sono...

    Mia figlia di 20 mesi conosce più animali

    è curioso come per tutte le forme d'estremismo c'è solo il bianco ed il nero.
    I comunisti: o sei con la borghesia o col proletariato.
    I nazisti: o sei ariano o sei inferiore.
    I fascisti: o sei ultra-nazionalista o sei sovversivo contro lo Stato

    Schiavi del denaro: o sei pecora o sei leone

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