martedì 19 ottobre 2010

A quando il nuovo crollo?

Mentre le Borse continuano a salire e gli stipendi dei manager sono più alti che mai, in America vengono pignorate ogni mese 100.000 case. Questo accade ormai da due anni, cioè anche quest'anno si prosegue al ritmo di circa 1 milione 200.000 case pignorate all'anno. Per quanto tempo il sistema potrà reggere prima di un altro crollo?
E' evidente che l'indebitamento dei "consumatori" americani è ancora a livelli insostenibili rispetto alla capacità produttiva del Paese, e infatti ciò è confermato dal persistere del debito estero americano: gli Americani (quelli a cui non è stata tolta la casa...) vivono ancora al di sopra delle proprie possibilità, e per far questo "devono" acquistare prodotti all'estero. Solo perché pagano in dollari, gli altri Paesi continuano ad accettare di vender loro i propri prodotti (se il dollaro non fosse la moneta di riserva mondiale, il pagamento in dollari non verrebbe accettato dagli altri Paesi, in quanto proveniente da un Paese iperindebitato e dunque a rischio insolvenza). Le banche centrali dei Paesi esportatori (Cina, Giappone, Germania) sono dunque piene di dollari... e cosa ci fanno? con questi dollari esse accettano persino di comprare i titoli del debito pubblico americano, che nel frattempo sta schizzando alle stelle. Insomma, l'America si è indebitata e si indebita a livello privato (così il PIL si gonfia e i governi sono contenti), poi quando ci sono le crisi interviene il governo che salva banche e imprese, in modo che una parte del debito si trasferisce dal settore privato al settore pubblico. A quel punto lo stato americano così indebitato deve emettere grandi quantità di titoli di debito, e questi vengono comprati dai Paesi che hanno venduto merci ai "consumatori" americani.
Si tratta di una partita di giro, di un gioco che non può durare a lungo.
Questo gioco è stato innescato dall'immissione di liquidità nel sistema da parte della banca centrale americana, per "risolvere" la crisi della new economy del 2000. Sarebbe come se per curare un drogato lo si fosse imbottito di droga. Lì per lì può funzionare, ma prima o poi si paga il conto.
E il conto l'America (e con essa tutto l'Occidente) lo sta pagando caro. Cosa accadrà nei prossimi anni non si sa: ci potrebbe essere un nuovo crollo, oppure una lunga inflazione che di fatto impoverirà la popolazione in maniera "soft" (cioè pesante, ma graduale e mascherata). Quello che è certo è che l'America è destinata ad impoverirsi. E noi con lei.
In tutto questo Obama non ha molte colpe (si è trovato a dover fronteggiare una crisi spaventosa, con il possibile crollo del sistema), ma verrà presumibilmente punito dagli elettori alle elezioni di mid-term di novembre. I Repubblicani, che hanno creato con gli otto anni di presidenza di Bush i presupposti per la crisi (o quantomeno li hanno accentuati), adesso protestano su tutto e andranno all'incasso a novembre.
Mentre l'America litiga e si ipoteca il futuro, la Cina continua la rincorsa e ormai è proiettata come prima potenza mondiale del 21° secolo.

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