lunedì 16 luglio 2012

Terremoti a Milano



I terremoti che hanno interessato L'Emilia e il Veneto dall'inizio dell'anno sono stati spesso risentiti a Milano. Normalmente Milano non viene considerata una città sismica, ma questi eventi hanno fatto sì che molti si chiedessero se sia il caso di preoccuparsi anche per chi abita nel capoluogo lombardo.
Per conoscere la pericolosità sismica di una certa zona, si può studiare la sua storia sismica, che ci dice quali e quanti terremoti si sono verificati nel passato, e studiare l'eventuale presenza di faglie nella stessa zona, che potrebbero essere silenti da molto tempo, ma comunque attive e potenzialmente capaci di generare terremoti.

Storia sismica

Per quanto riguarda i terremoti del passato, si può utilizzare il sito dell'Ingv, e in particolare la pagina che riporta la storia sismica di Milano (la presentazione del database macrosismico si trova qui) dal 1000 al 2000 d.C.
Occorre distinguere gli effetti locali di un terremoto (misurati con la scala Mercalli-Cancani-Sieberg, MCS) dall'intensità dello stesso (misurata dalla scala di Magnitudo del momento sismico, Mw, e spesso confusa con la scala Richter, da cui comunque non si discosta molto quanto a valori). Un terremoto di una determinata intensità Mw può provocare effetti diversi in diverse località a seconda della distanza dall'epicentro, del tipo di terreno, e del tipo di edifici presenti.
I valori interessanti per quanto riguarda l'effetto locale sono quelli che superano il livello 5:

3:  leggera - Avvertita da poche persone.
4 : moderata - Avvertita da molte persone; tremito di infissi e cristalli, e leggere oscillazioni di oggetti appesi.

5 : piuttosto forte - Avvertita anche da persone addormentate; caduta di oggetti.
6 : forte - Qualche leggera lesione negli edifici e finestre in frantumi.
7:  molto forte -  Caduta di fumaioli, lesioni negli edifici.
8:  rovinosa - Rovina parziale di qualche edificio; qualche vittima isolata.

I terremoti veramente distruttivi sono quelli che comportano un'intensità tra 9 e 12 nella scala Mercalli.

Come si può vedere, la storia sismica di Milano è tutto sommato modesta, sia come numero di terremoti che come intensità, considerando che il livello 7 (gli effetti locali si vedono nella colonna a sinistra e nel grafico sotto) rappresenta la cosiddetta soglia del danno, che dunque è stata raggiunta una sola volta in mille anni, per l'esattezza nel 1117, in occasione del terremoto del Veronese, che dovrebbe essere stato il più intenso nella storia della Valpadana (la sua magnitudo Mw è stimata tra 6.5 e 6.7, ma comunque il suo epicentro fu all'incirca a 160 km da Milano).
Storia sismica di Milano
Sicuramente la storia sismica della gran parte d'Italia presenta eventi più importanti, per cui tutto sommato Milano si può considerare, riguardo ai terremoti e rispetto ad altre città italiane, una città fortunata.
Riguardo ai terremoti del passato avvertiti nel capoluogo lombardo, possiamo tralasciare quelli risentiti leggermente, come quelli di intensità media che si sono spesso verificati in Emilia, o terremoti più intensi ma lontani, come quelli dell'Appennino centrale, che a Milano hanno prodotto un effetto basso (inferiore a 5), e concentrarci soltanto su quelli che hanno raggiunto un'intensità locale quantomeno pari a 6. Oltre a quello del 1117, il database dell'Ingv ne cita soltanto tre: innanzi tutto quello del 1222, che ebbe come epicentro il basso bresciano, intorno al Lago di Garda, a circa 115 km da Milano, ebbe una magnitudo Mw 6.05 e portò gravi danni nel Bresciano, mentre a Milano il suo effetto (scala Mercalli) fu 6 (attenzione a non confondere il 6 della Scala Richter o Magnitudo momento con il 6 della Scala Mercalli!), quindi al di sotto della soglia del danno. Anche il terremoto del 1755 del Vallese (Svizzera), di magnitudo Mw 5.90, fu risentito a Milano con una intensità notevole (6), ma sempre al di sotto della soglia del danno (l'epicentro era infatti a circa 130 km da Milano). Arriviamo poi, nell'età moderna, al terremoto del Lodigiano del 1951, meno intenso (magnitudo Mw 5.24), ma che per la vicinanza ebbe effetti simili a Milano (sempre 6 nella scala Mercalli). 
Altre fonti riportano poi la notizia di un terremoto del 1396 a Monza, di magnitudo Mw 5.37. Questo terremoto non è riportato nel database dell'Ingv, ma data l'intensità e la vicinanza, si può ipotizzare che il risentimento a Milano sia stato almeno pari a 6. 

Pericolosità sismica 

Sempre dall'Ingv si può ricavare la mappa della pericolosità sismica  (che mostra l'accelerazione orizzontale massima del suolo attesa, in percentuali dell'accelerazione di gravità) relativa alla zona di Milano per un periodo di 475 anni, la quale conferma come la città sia a bassa pericolosità:
Pericolosità sismica Milano 10% in 50 anni
Anche per un periodo di 2475 anni la pericolosità rimane tutto sommato bassa, ma si cominciano a colorare le zone della provincia ad est della città, oltre che le province vicine, di Bergamo, Brescia, Lodi e Pavia:
Pericolosità sismica Milano 2% in 50 anni
Considerando che il colore azzurro si riferisce ad una accelerazione del suolo contenuta, probabilmente i sismologi pensano che il terremoto del Veronese del 1117 abbia un tempo di ritorno superiore a 2475 anni, per questo l'area di Milano rimane esclusa dalla possibilità di un evento che comunque provocò qualche danno, anche per un periodo così lungo.
Diverso è il discorso delle aree ad est di Milano, che come vediamo hanno una colorazione diversa.

Le faglie 
Il terremoto del Lodigiano del 1951, che ricordano in pochi, ci dice già qualcosa di interessante: a non grande distanza da Milano sono presenti delle faglie attive.
Le faglie più vicine a Milano
In questo caso, la faglia classificata come ITCS044 Portalbera-Cremona, che si estende per circa 60 km (dalla zona ad est di Pavia, passando per la zona a nord di Piacenza, fino ad arrivare alla zona a sud di Cremona, e comprende paesi come Belgioioso, San Colombano al Lambro, Casalpusterlengo, Codogno, Monticelli d'Ongina, Castelvetro Piacentino) e da cui ci si attendono terremoti di magnitudo Mw fino a 5.5. La faglia dista circa 30-35 km nella sua parte più occidentale dal centro di Milano, e sostanzialmente rappresenta un avamposto sepolto dell'Appennino.
Ad essa è collegata un'altra faglia, la ITCS018 Rivanazzano-Stradella, lunga circa 30 km, che si estende verso sud-ovest, sul proseguimento della precedente, verso l'Oltrepò Pavese, passando a sud-est di Voghera.
Vi sono poi le faglie alpine, o meglio le strutture alpine sepolte che dal Veronese e dal Bresciano si estendono verso ovest, fino a sfiorare il capoluogo lombardo.
Pochi sanno che nel 1802 nel bel mezzo della pianura padana si verificò un terremoto di una certa consistenza (magnitudo Mw 5.67) nella zona di Soncino e della valle dell'Oglio. Milano, distante circa 50 km dall'epicentro, conobbe un effetto tutto sommato limitato (valore 5 nella scala Mercalli modificata), ma certamente il terremoto fu avvertito con notevole intensità dalla popolazione. La faglia che lo generò fu la ITCS002, la faglia esterna delle Alpi sud-occidentali, che dalla pianura bresciana a sud del Garda, si estende verso ovest, fino ad arrivare alle porte di Milano (Gorgonzola), anche se la sorgente sismogenetica responsabile del terremoto del 1802 si trova nella zona di Romanengo. Secondo i sismologi questa faglia può produrre terremoti fino a magnitudo Mw 6.1, dunque un terremoto forte, superiore a quello del 20 maggio in Emilia.
Vi è poi la ITCS010, la faglia interna delle Alpi sud-occidentali, che dalla città di Brescia si estende verso ovest e poi nord-ovest, passando appena a sud di Bergamo (Dalmine) e poi fino a Merate e Robbiate, a circa 30 km dal centro di Milano. Secondo i sismologi questa faglia può produrre terremoti fino a magnitudo Mw 5.5.
Tra le due vi è una faglia più piccola, la ITCS072 Capriano-Castenedolo, estesa per circa 40 km nella bassa bresciana, e capace di generare terremoti fino a magnitudo Mw 6.1.
Le due faglie delle Alpi-Sud occidentali proseguono senza soluzione di continuità in Veneto e in Trentino, dove sono chiamate faglia Giudicariense (quella più a nord) e faglia del Monte Baldo. Quest'ultima è responsabile del terremoto del 1222, mentre in quella delle Giudicarie si trova la sorgente sismogenetica di Salò. Il terremoto di Salò del 1901 (magnitudo Mw 5.67) produsse effetti di livello 5 a Milano.
Milano può risentire poi dei terremoti delle due faglie svizzere del Vallese, come quello già citato del 1755 (Vallese orientale). Il terremoto del 1117 fu dovuto alla piccola (e per fortuna da allora silente) faglia della pianura dell'Adige, che si estende dalla zona a sud-est di Verona alla zona a nord di Mantova.
Tra le faglie emiliane, le più vicine a Milano sono quelle del Parmense e del Piacentino, le cui parti più occidentali distano rispettivamente circa 85 e 75 km dal centro di Milano.

Conclusione

La storia sismica di Milano e le mappe dell'Ingv appaiono rassicuranti: la pericolosità sismica del capoluogo lombardo è bassa. Tuttavia, la vicinanza con alcune faglie ritenute attive, e capace di generare terremoti abbastanza forti, unita all'elevata popolazione della città e del suo hinterland, che ne aumentano il rischio in caso di evento sismico, suggerirebbe una certa attenzione. L'Italia è un Paese sismico e Milano, sia pur relativamente fortunata rispetto ad altre zone, non fa eccezione.










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