Oggi voglio pubblicare un articolo apparso qualche tempo fa scorso sul Corriere della Sera, a firma di Edoardo Boncinelli. Ho trovato questo articolo veramente ben scritto e soprattutto condivisibile dalla prima all'ultima parola.
La scienza è democrazia. E' questo che non piace?
Per la scienza i tempi si fanno sempre più duri. Soprattutto per la scienza di base, quella volta a esplorare il mondo e a cercare di chiarirne i misteri. Si moltiplicano gli appelli ai giovani perché si dedichino alle discipline scientifiche; si moltiplicano le dichiarazioni ufficiali di appoggio alla ricerca; si moltiplicano i Festival che avvicinano sempre più gente, soprattutto giovane, al mondo della scienza e delle sue realizzazioni, ma l'atteggiamento globale verso la scienza non migliora, se addirittura non peggiora. Non più tardi di ieri, infatti, il vescovo di Genova, ha criticato il Festival della Scienza perché «troppo a senso unico», e indirettamente la scienza «che non può essere del tutto libera, senza alcun vincolo». In un paese che destina le briciole del suo bilancio alla ricerca e ai suoi operatori, ci si potrebbe almeno aspettare un atteggiamento positivo e di apprezzamento nei riguardi della scienza, ché tanto non costa nulla. Ma non è così. L'attacco viene da più parti ed è frontale: la scienza viene criticata nei suoi presupposti, nei suoi risultati e nelle sue applicazioni, il tutto nella patria di Galileo!La scienza produce conoscenza, applicazioni pratiche e cultura ed è portatrice di un particolare atteggiamento mentale. Per quanto riguarda la conoscenza, il progresso scientifico ci ha permesso di comprendere cose inimmaginabili, del cielo, della terra, degli esseri viventi e della mente. Ma secondo alcuni questa non è vera conoscenza: si tratta di verità parziali, temporanee e settoriali. Come se esistesse un'altra attività umana che ci dà verità globali, eterne e universali.La scienza ha portato, in concorso con la tecnica o indipendentemente da quella, uno stuolo di applicazioni pratiche in tutti i campi, che tutti, senza eccezione, utilizzano. Ma è vezzo comune parlarne solo male, evidenziandone i rischi e la potenza disumanizzante. La scienza ha introdotto nel nostro linguaggio quotidiano concetti e argomenti che hanno dato nuova linfa alla nostra cultura, dischiudendo ai nostri occhi orizzonti ideali senza precedenti, sul mondo che vediamo come su quello che non vediamo, perché popolato di entità troppo grandi o troppo piccole per i nostri sensi. Se non si dedica primariamente alle cosiddette grandi domande di senso — colpa fondamentale per qualcuno — ha comunque contribuito a cambiare la formulazione della maggior parte di esse. Che secondo me è il massimo che si possa fare. La scienza è infine un metodo, uno stile di lavoro e una mentalità. La scienza educa allo spirito critico, alla non accettazione di affermazioni date per scontate, alla messa in discussione del più alto numero possibile di presupposti a priori, all'ascolto delle argomentazioni dell'altro, alla critica e alla disponibilità a essere criticati. Tutto questo costituisce secondo me anche il fondamento della democrazia, almeno nella sua accezione moderna. Probabilmente è il contributo dato alla cultura e alla diffusione dello spirito critico che i nemici della scienza vogliono colpire. Ma non osano e allora chiamano in causa e criticano il suo potere esplicativo e predittivo e le sue applicazioni pratiche, delle quali tra l'altro la scienza più vera e profonda potrebbe benissimo fare a meno. Si dice che la scienza abbandonata a se stessa potrebbe portare guasti infiniti e addirittura autodistruggersi. Innanzitutto, questo è vero per qualsiasi cosa: niente è bene se abbandonato a se stesso. Ma non sarà certo la scienza quella che correrebbe più velocemente verso il disastro una volta abbandonata a se stessa, essendo opera di pochissimi individui, che sono per giunta scontrosi e individualisti per natura. In secondo luogo, se davvero si ravvisa questo pericolo, non lasciamola sola: studiamola, frequentiamola, esploriamola, tentiamola. E magari facciamola.
Edoardo Boncinelli
(n.b. Il grassetto è mio)
Vi segnalo il dibatto che è appena iniziato sul sito http://www.scienceanddemocracy.it/ sul tema "Scienza e Democrazia", interverranno: Giuseppe Barbera, Grazia Basile, Mariano Bizzarri, Franco Cardini, Salvatore Ceccarelli, Margherita D’Amico, Giuseppe De Rita, Manuela Giovannetti, Federico Infascelli-Raffaella Tudisco, Marco Mamone Capria, Fabio Minazzi, Giovanni Monastra, Filippo Moretti, Salvatore Natoli, Andrea Olivero, Valerio Onida, Flavio Oreglio, Maria Rita Parsi, Franco Pasquali, Romolo Perrotta, Carlo Rocchetta, Giorgio Ruffolo, Emanuele Severino, Giusppe Sarcina, Andrea Sisti, Bartolomeo Sorge, Stefano Sylos Labini, Nadia Urbinati, Vincenzo Vacante, Marcello Veneziani, Gustavo Zagrebelsky
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