venerdì 27 marzo 2009

La vita a tutti i costi



Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale”...

Un tempo, quando i cattolici credevano veramente in Dio e nella vita eterna, non affrontavano la morte come il peggiore dei mali. Almeno non faceva così la Chiesa, e non era certo questo il contenuto delle prediche o delle orazioni funebri. Addirittura la morte era considerata un fatto positivo, dal momento che ci consentiva di riunirci al Padre e ai nostri cari estinti.

Il re di questo mondo, secondo la concezione cristiana, era il Diavolo. Chi era legato alle cose terrene senza volgere lo sguardo al cielo, era considerato un peccatore. I martiri, coloro che avevano dato la vita per la propria fede o per salvare la propria anima, erano considerati come gli esserei più puri e più degni venerazione. Del resto, il primo ad essere morto per una "giusta causa", era proprio Gesù...

Oggi invece la Chiesa (e dietro ad essa la maggioranza del Parlamento italiano, caso unico in Europa), ci dice che la vita è il bene supremo, e la morte è il male supremo. Vi sarebbero persino due culture contrapposte, la "cultura della vita", che sarebbe ovviamente quella rappresentata dalla dottrina cattolica, e la "cultura della morte".

Dunque, la vita andrebbe difesa a tutti i costi sempre e comunque, dal concepimento alla "morte naturale", laddove per "morte naturale" in realtà si intede la morte che sopraggiunge nonostante tutti i tentativi della medicina di non farla sopraggiungere, compreso l'uso di respiratori artificiali, alimentazione forzata, operazioni chirurgiche, antibiotici ecc. Se veramente la morte fosse naturale, non si capirebbe come mai in cento anni la speranza di vita media è raddoppiata, passando da 40 a 80 anni.. è stato Dio o la medicina a fare ciò?

La Chiesa non è comunque coerente con se stessa, dal momento che ha sempre sostenuto che la pena di morte sia legittima (del resto l'ha praticata per secoli nello Stato Pontifico...), e ancora oggi, nel Catechismo, non sostiene che la pena di morte sia sempre e comunque illegittima, ma solo che di fatto è nella maggior parte dei casi, o forse sempre, inutile.

Però oggi, quando si tratta di affrontare temi come l'aborto, l'eutanasia, il testamento biologico, la Chiesa sostiene che la vita è un "bene indisponibile", dal momento che ci è stato donato da Dio. A parte il fatto che si tratta di un dono ben strano, se noi non ne possiamo disporre liberamente, poi non si capisce perché questo obbligo, cioè di non disporre della propria vita e del proprio corpo, debba valere per tutti, credenti e non credenti.. se veramente Dio esiste, comunque, sarà Lui a giudicarci dopo la morte per quello che abbiamo fatto... o no?

Difendendo la vita a tutti i costi, anche con l'aiuto della scienza e della tecnica, la Chiesa si pone in un versante puramente secolare, si pone dunque dalla parte della mentalità moderna che, avendo abbandonato la fede nell'aldilà, chiede alla scienza di prolungare il più possibile la vita terrena, dal momento che si crede che questa sia l'unica vita che abbiamo.

In questo modo la Chiesa va contro la propria tradizione, compiendo una revisione della propria dottrina (alla faccia del tanto vituperato relativismo...).

Ma come è possibile che la Chiesa abbia cambiato così radicalmente il proprio pensiero?

Semplice, perché si è accorta che con il progresso scientifico, sta diventando sempre più possibile manipolare la vita umana. Con l'ingegneria genetica, almeno a livello di principio diventa possibile prolungare la vita umana all'infinito, oltre che scollegare del tutto la nascita alla riproduzione sessuale, e anche modificare la stessa natura umana. Forse ci vorranno secoli, ma se ciò accadesse, verrebbe meno la principale forza della religione, cioè il fatto che offre un conforto di fronte al dolore e alla morte.

Per constrastare questi cambiamenti, la Chiesa si arrocca nella difesa della "vita naturale", che viene vista come un baluardo da difendere a tutti i costi. Per questo si oppone anche alla fecondazione assistita (e il Parlamento italiano, sempre a maggioranza centro-destra, ha già prontamente recepito questa indicazione nel 2004, con la legge 40), che teoricamente dovrebbe essere vista positivamente dal momento che consente di dare la vita.

Ma nella difesa a tutti i costi della vita come "vita naturale", senza forse neanche volerlo, la Chiesa finisce per difendere una vita puramente biologica, come lo sono l'embrione o un essere umano ridotto allo stato vegetativo.

In questo modo viene meno tutta la tradizione cristiana e umanistica che considera l'unicità della vita umana come legata alla libertà, alla coscienza, alla capacità di amare.

Per difendere la propria sopravvivenza la Chiesa diventa antiumanistica. Tra gli applausi del nostro Parlamento, in particolare del centro-destra, e le perplessità e le critiche del resto del mondo.

2 commenti:

  1. Ormai la chiesa è la contraddizione di se stessa. Penso che non ci vorranno molti secoli perché questa istituzione sparisca (specialmente se continuano a girare Papi come questo). Ormai sembrano sempre più scollegati dal mondo reale e questo, a quanto mi pare di vedere, non fa altro che allontanare la gente comune. Resta da chiedersi come mai la politica non si adegui a quello che è la volonta della gente ma si adegui piuttosto alla volontà di un altro stato (per giunta in regime assolutamente autoritario).

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  2. >Resta da chiedersi come mai la politica non si adegui a quello che è la volonta della gente

    Questa è una questione interessante. Bisognerebbe vedere come la pensano gli elettori del centro-destra. Sicuramente molti preferirebbero essere liberi di scegliere, ma non è detto che di fronte a questa legge siano rimasti scandalizzati o abbiano deciso di non votare più per il centro-destra. Ho l'impressione che il centro-destra si stia spostando sempre più verso posizioni clericali, e che stia cercando di trascinare il suo elettorato verso quelle posizioni.

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