lunedì 23 marzo 2009

Latte crudo e dis-infomazione bollita


La bufala di oggi ci viene nientemeno che da Beppe Grillo, e da quanti insieme a lui vanno da qualche tempo sostenendo che sia utile e conveniente, oltre che più sano, bere il latte crudo, senza bollitura né pastorizzazione (il povero Louis Pasteur si rivolterà nella tomba).
Naturalmente, ci dice l'ineffabile Grillo, la verità non ce la dicono, perché ci sono dietro i soliti interessi economici delle grandi aziende. Per contrastare lo strapotere delle multinazionali e diffondere la Verità disinteressata, Grillo non trova di meglio che intervistare.. un distributore di latte crudo.
E così quello che era il saggio consiglio della nonna, e cioè di bollire i latte prima di berlo per evitare di assumere insieme al latte eventuali germi patogeni, diventa per chi vede sempre complotti dappertutto, una falsità montata ad arte dalle fameliche industrie, ovviamente con la complicità delle autorità (si potrebbero infatti citare autorità come la Food and Drug Administration americana, o l'Istituto Superiore di Sanità italiano, che sconsigliano o in certi casi vietano di bere il latte crudo, ma mi rendo conto che per il complottista queste sono solo... prove che è tutto falso!). Naturalmente, ci dice questo produttore di latte nell'intervista, "non è dimostrato" che bere il latte crudo possa portare delle malattie.
Peccato che prima che fosse inventata la pastorizzazione (che consiste nel portare rapidamente il latte ad elevata temperatura per uccidere i microorganismi), il consumo di latte crudo diffondeva nella popolazione malattie come la tubercolosi e la brucellosi, e la mortalità infantile era elevatissima. Oggi questi rischi sono minori perché si fanno regolari controlli sulle mucche, ma in assenza di pastorizzazione o bollitura del latte, non si può escludere la possibilità di contaminazione (anche con germi non mortali ma che possono portare, ad esempio, problemi intestinali e diarrea).
Se si acquista direttamente dal produttore un latte non pastorizzato, non resta che bollirlo e berlo entro tre giorni. Così dice anche l'ordinanza del Ministero della Salute entrata in vigore il 14 gennaio 2009.
Come ha detto l'ex ministro della Salute Paolo De Castro (che non solo è un politico, quindi ha sicuramente torto, ma è anche ordinario di Economia e politica agraria all'Università di Bologna, quindi è anche un barone!): "Come tutte le innovazioni, anche questa va accompagnata: poche aziende agricole fanno informazione, per esempio, sulla necessità assoluta di usare contenitori sterili e di tenere il meno possibile la bottiglia fuori dall'ambiente refrigerato. Bisogna ricordare che, negli ultimi 20 anni, circa il 4% di tutti gli episodi di malattie alimentari segnalati in Europa sono stati provocati dal consumo di latte crudo".
Anche nel caso del latte crudo non mancano argomenti pseudoscientifici, i migliori per infinocchiare i creduloni. Ad esempio si dice che la pastorizzazione o la bollitura del latte ucciderebbero i fermenti lattici, che sono così importanti per la nostra flora batterica intestinale. Ah sì? Allora basta mangiare lo yogurt e stiamo a posto!
Ancora una volta vediamo come i sostenitori di queste "verità" alternative fanno leva sulla credulità e sullo scarso spirito critico di molte persone. In questo caso però si corrono rischi anche per la salute, e quindi la diffusione di false informazioni è ancora più grave.
(Per approfondire).

2 commenti:

  1. Anche la mia di nonna me lo diceva sempre che bisognava bollirlo prima...

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  2. Purtroppo è evidente una volta di più quanto la semplificazione e i preconcetti facciano perdere la capacità di analizzare e risolvere i problemi alla gente.
    Basta prendere un libro di scuola elementare per imparare a capire cosa sono e come difendersi dai microorganismi in generale e dai microorganismi del latte, non ci vuole una laurea in biologia.
    Dal punto di vista igienico, non bollire il latte crudo equivale a leccare un gabinetto non pulito da mesi, o a leccare le mammelle di una mucca. I microorganismi infatti proliferano negli ambienti a loro favorevoli, dal latte ai gabinetti, e perfino sulle mammelle delle mucche, che di certo non si fanno la doccia tutti i giorni.
    Paolo P.

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