lunedì 29 ottobre 2012

Gli sciami sismici scaricano energia?


Si sente spesso dire che la presenza di uno sciame sismico sia un fatto positivo perché consentirebbe di "scaricare" dell'energia a poco a poco, evitando un forte terremoto. Ma è proprio così?
In primo luogo occorre ricordare come la scala Richter sia una scala logaritmica, per cui una scossa di magnitudo 2.0 non scarica la metà dell'energia di una scossa di magnitudo 4.0, ma addirittura un millesimo! Infatti tra due scosse di un punto di magnitudo di differenza c'è in realtà una differenza, in termini di energia, di 30 volte.
Dunque uno sciame sismico composto da 2.000 scosse di magnitudo media 2.0, scaricherà rispetto ad un forte terremoto una quantità di energia tutto sommato trascurabile. Una scossa di magnitudo 6.0 da sola scarica 500.000 volte l'energia di quello sciame sismico! In pratica, pretendere che uno sciame sismico possa scaricare dell'energia e dunque tenere lontano un terremoto forte, sarebbe come pretendere di scaricare l'energia di una bomba atomica facendo un po' di fuochi d'artificio.
Si potrebbe sostenere che lo sciame sismico sia comunque un fatto positivo perché consente di scaricare una quantità sia pur limitata di energia, insomma meglio che niente. Ma questa tesi è smentita dalla considerazione statistica, per cui in presenza di uno sciame sismico, la probabilità di un forte terremoto aumenta, non diminuisce.
Ad esempio, rispetto allo sciame sismico in corso da un paio d'anni nel Pollino, secondo la Commissione grandi rischi: "Nel breve termine, la sismicità nell’area del Mercure-Pollino ha avuto un chiaro aumento dalla fine del 2011. Per la sequenza dell’inverno 2011-2012, le probabilità di evento (M5.5+)," [ossia di magnitudo uguale o superiore a 5.5] “sono aumentate rispetto al background di circa 100 volte: nell’area, la probabilità giornaliera di eventi con M5.5+ è passata da valori di background di circa 1/200.000 (1 evento ogni 700 anni nell’area ristretta) a valori interno a 1/2.000 per giorno, o 1/300 nella settimana. Per la sequenza cominciata nel maggio 2012, questa probabilità sono state anche 200 volte superiori al background". Come si può vedere, per gli scienziati la presenza di uno sciame sismico ha aumentato, e non diminuito, la probabilità di un forte terremoto.
Se invece fosse vera la tesi dell'energia che si scarica, la presenza di uno sciame sismico dovrebbe, sia pure temporaneamente, diminuire, e non aumentare, la probabilità di un forte terremoto, come un paziente che ha troppo ferro nel sangue trae un temporaneo sollievo da un salasso. E invece ciò non accade.
Secondo me ciò avviene perché da un lato l'energia che si scarica è poca, dall'altro la presenza di uno sciame sismico testimonia che comunque qualcosa si sta muovendo, e quindi potrebbe essere il segnale che si stia preparando una forte scossa. Noi non lo sappiamo, quindi non ha senso dire: per fortuna che si sta scaricando dell'energia. Al massimo potrebbe avere un senso dirlo dopo che lo sciame si è concluso, sempre che la somma dell'energia scaricata non sia trascurabile. Inoltre quando si va a toccare un sistema in equilibrio precario, si potrebbe provocare un evento inatteso. E' come avere un castello di carte e cercare di togliere con delicatezza la carta che sta più in alto: è vero che se si riesce a toglierla si dà un po' di sollievo alla costruzione, ma nello stesso tempo si rischia di far venire giù tutto.
In sintesi, la presenza di uno sciame sismico aumenta la probabilità di un forte terremoto, anche se in assoluto questa rimane bassa, infatti nella maggior parte dei casi, gli sciami sismici si risolvono nel nulla. Si può fare un'analogia con il fumo: se uno fuma 10 sigarette al giorno e ha 40 anni, la probabilità che abbia un infarto entro l'anno aumenta rispetto ai non fumatori, ma in assoluto rimane bassa. Ma certamente non si può dire il contrario, cioè che il fumo allunghi la vita.