venerdì 15 febbraio 2013

Chiunque vinca, non cambierà nulla

Chiunque vinca, non cambierà niente. Questa frase potrebbe sembrare una amara constatazione da parte di chi crede che l'Italia sia ostaggio della casta o di una classe politica inconcludente. In realtà con la presenza alle elezioni di movimenti nuovi o che si definiscono rivoluzionari come quelli di Grillo o Ingroia potrebbe far sperare che possano esserci grandi cambiamenti.
Ma supponiamo che alle prossime elezioni uno dei candidati ottenga un risultato tale da poter governare da solo. Cosa accadrebbe?
Ci potremmo chiedere se nella storia sia mai avvenuta una rivoluzione tale da portare un grosso cambiamento in pochi mesi, in cui si sia verificato un miracolo economico, sociale, ecc, in breve tempo.
A ben guardare, questo non è mai accaduto.
Quando si è verificato un miracolo economico, non è mai stato soltanto il risultato dell'azione di un governo, e in ogni caso è avvenuto in tempi lunghi.
Roosevelt ha introdotto negli anni '30 in America importanti elementi di protezione sociale, ma non è riuscito a sconfiggere la Grande Depressione, che è stata superata soltanto con la Seconda Guerra Mondiale.
Il boom economico italiano è iniziato dopo più di dieci anni dopo la fine della guerra, e dall'avvio del Piano Marshall. Milioni di italiani hanno fatto sacrifici e lavorato duramente per migliorare le proprie condizioni di vita: non è stato un colpo di bacchetta magica di un governo.
Il boom cinese è avvenuto in seguito alle riforme di Deng, ma anche in seguito all'afflusso di capitali americani, e comunque ci sono voluti trent'anni per vedere risultati tangibili nella società cinese, e inoltre questo non è avvenuto senza lati negativi, dallo sfruttamento del lavoro all'inquinamento.
L'Unione Sovietica è diventata una superpotenza, ma ci sono voluti trent'anni, una guerra civile, una carestia e la deportazione di milioni di persone.
Questo non significa che la rivoluzione a volte non possa essere auspicabile o necessaria. Ma va ricordato che pensare che un governo da solo possa cambiare le cose in meglio, in breve tempo e senza contraccolpi negativi, è veramente da ingenui.
Questo avviene per alcune ragioni che se si vuole sono ovvie, ma spesso non ci si pensa. In primo luogo la società è complessa, ci sono diversi gruppi sociali con diverse esigenze e diversi interessi. In secondo luogo, proprio la complessità della situazione e la presenza di diverse variabili fa sì che non sempre si riesca a raggiungere l'obiettivo che ci si poneva. Una delle tragedie della storia è l'eterogenesi dei fini: si tenta di fare una cosa, e si ottiene un effetto imprevisto. Come accade nelle previsioni del tempo: vi sono così tante variabili, che ci vogliono calcolatori in grado di fare miliardi di operazioni, e comunque le previsioni attendibili non vanno oltre pochi giorni.
Un esempio pratico è rappresentato dal governo Monti, che nel tentare di recuperare la fiducia dei mercati, ha aggravato la recessione. Ovviamente i critici dicono, a posteriori, che Monti è un incompetente, che c'era una facile alternativa per risolvere tutto ecc. Ma non è così, è che la coperta è corta, e c'erano diverse esigenze in contraddizione tra loro, come quando si prescrive una medicina che ha degli effetti collaterali.

Ma facciamo qualche ipotesi sulle prossime elezioni.

Immaginiamo che Grillo vinca le elezioni, e cominci ad attuare alcune promesse, come ad esempio l'abolizione delle province, il dimezzamento dei parlamentari, l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e dei giornali. Cosa accadrebbe? nel breve periodo, che migliaia di persone perderebbero il lavoro e finirebbero per strada. Sempre che le categorie coinvolte non facciano resistenza, magari anche appellandosi a qualche tribunale, al Tar, alla Corte Costituzionale, ecc. Se la riforma riuscisse, ci sarebbe uno sconvolgimento degli assetti politici, ma il risultato sarebbe difficilmente prevedibile. Magari pochi ricchi riuscirebbero a prendere in mano la politica, autofinanziandosi. Anche tra i giornali, magari ne sopravviverebbero pochi, finanziati da grandi gruppi industriali. Insomma il risultato potrebbe essere una americanizzazione della politica e dell'informazione italiana, mentre i proponenti desideravano la democrazia diretta... Ma queste sono solo ipotesi. La verità è che nessuno sa cosa accadrebbe realmente.

Oppure, immaginiamo che si faccia un referendum sull'Euro e gli italiani decidano di uscire. Cosa accadrebbe? vi sarebbe una serie di incognite, dal rischio di inflazione al problema di come ripagare i debiti con l'estero, al rischio di generare il crollo dell'Euro e una nuova recessione mondiale, al rischio che il Made in Italy venga screditato in tutto il mondo e che crollino le esportazioni. Ovviamente, quelli che sostengono l'uscita dall'Euro, si dicono sicuri di sapere che andrebbe tutto per il meglio. E noi dovremmo creder loro sulla parola.

Oppure, immaginiamo che vinca una formazione di estrema sinistra e decida di fare una patrimoniale per recuperare ricchezza e redistribuirla ai poveri. Quanto potrebbe recuperare? Ad esempio, 50 miliardi presi a 500.000 persone, cioè 100.000 Euro a testa. Ma sarebbe fattibile? Da dove li prenderebbero, dai conti correnti? E cosa ci farebbero? Potrebbero redistribuirli ai 10 milioni di italiani più poveri, ma sarebbero 5mila euro a testa. Per carità, meglio di niente... Ma comunque, cosa accadrebbe poi? Alcuni ricchi potrebbero fuggire all'estero, o semplicemente spostare i propri capitali all'estero. Se venissero colpiti i redditi, almeno nel breve periodo potrebbero crollare alcuni settori economici (lusso, case ecc.).

Oppure ipotizziamo che vinca le elezioni una formazione decisa a distruggere la mafia, e che ci riesca (e anche qui siamo di manica larga perché tra il dire e il fare...). Almeno nel breve periodo, il Sud si troverebbe senza un reddito di miliardi di Euro che prima aveva, mentre gli imprenditori del Nord si vedrebbero mancare una fonte di finanziamento a cui erano abituati. Ovviamente io auspico che la mafia venga sconfitta, ma neanche questa sarebbe una passeggiata di salute. Di fatto l'economia italiana dovrebbe riorganizzarsi, trovare altre fonti di ricchezza, investire in nuovi settori produttivi.

Fino ad ora ho ipotizzato che ci sia un solo partito o movimento dotato di una solida maggioranza parlamentare. Ma questo è comunque poco probabile. Fino a che fossero pubblicabili, i sondaggi davano Grillo intorno al 15% e Ingroia intorno al 4%. Anche se crescessero sensibilmente, è improbabile che vincano da soli. Se uno non vince da solo, o accetta di andare all'opposizione, oppure deve dare vita ad un governo di coalizione, accettando i compromessi con gli alleati, come ben sanno gli elettori della Lega, che non hanno mai visto i risultati del federalismo, che i loro alleati, dal momento che avevano una grossa base elettorale al Sud, non volevano
realizzare.

Dico tutto questo non per dire che non vi siano riforme auspicabili, ma solo per far notare (anche se so che nessuno mi ascolterà) che chi ci promette una rivoluzione, e la trasformazione in breve tempo dell'Italia nel Paese di Bengodi, ci sta soltanto predendo in giro.



martedì 12 febbraio 2013

L'Imu sulla prima casa e la campagna elettorale

Il modo come è stato impostato il dibattito sull'Imu nella campagna elettorale mi sembra ridicolo. Premesso che un Paese che imposta la campagna elettorale sulla casa è un Paese vecchio, che cerca di tesaurizzare ciò che ha costruito in passato invece di pensare al futuro, sono comunque assurdi gli argomenti che vengono portati.
Alcuni dicono: "la prima casa è sacra": ma se te la tassano non significa che te la stiano togliendo. D'altro canto, se non ti tassano la casa ma poi ti aumentano il ticket o la retta per l'asilo nido, cosa ti cambia? Alla fine quello che conta è quanto paghi di tasse in totale, no? A meno che tu non sia proprietario di case di lusso, in tal caso se ti tolgono l'Imu, probabilmente avrai un bel risparmio. Berlusconi ha detto che di Imu ha pagato 300.000 Euro. Ecco, la promessa di togliere l'Imu è una promessa mascherata, apparentemente per il popolo, ma in realtà a favore dei ricchi. 
Avrebbe più senso promettere di abbassare la pressione fiscale in generale. Ma perché fino ad ora non ci è riuscito nessuno? perché se non si vuole far fallire lo stato bisognerebbe anche abbassare la spesa pubblica, cosa che provocherebbe proteste e malumori nelle categorie che verrebbero colpite. E siccome chi governa vuole il consenso, preferisce fare promesse in campagna elettorale, e poi lasciare tutto com'è.
Un'altro argomento che ha poco senso è che "la prima casa è impignorabile". Se fosse così, un truffatore o un individuo pieno di debiti potrebbe vendere tutto ciò che possiede, comprare una casa (magari una villa), e nessuno potrebbe più toccargli le proprietà. Si potrebbe anche acquistare una casa che non ci si può permettere, con un mutuo alto, e poi non pagare le rate. 

domenica 3 febbraio 2013

Giuliani, l'uomo che (non) prevedeva i terremoti.

Come diceva Niels Bohr, "fare previsioni è una cosa molto difficile, specialmente per il futuro." Invece è facilissimo fare una previsione a posteriori, e dire "io l'avevo detto". Se qualcuno sostiene di essere in grado di prevedere i terremoti, che si fa? gli si crede sulla parola? Sì, se non si possiede una mentalità scientifica. Ad esempio Beppe Grillo, che non crede mai alle verità ufficiali, si mostra decisamente credulone quando si tratta di dare retta a qualcuno che smentisce i governi o gli scienziati. In seguito al terremoto dell'Emilia del maggio 2012, Grillo ha intervistato nel suo blog Giuliani, esordendo con un terrificante: "Giampaolo Giuliani è in grado di anticipare di 6-24 ore il manifestarsi di un terremoto. La sua ricerca sui precursori sismici ha salvato la vita a quanti, nel 2009 in Abruzzo e in questi giorni in Emilia Romagna, hanno dato ascolto ai suoi allarmi."
Dunque all'indomani di un terremoto che ha provocato diverse vittime, Grillo insinua che vi sia già chi è in grado di prevedere i terremoti, e dunque insinua indirettamente che la comunità scientifica e il governo sono colpevoli dal momento che non lo hanno voluto ascoltare. In questo modo Grillo come spesso accade fa disinformazione e fa arrabbiare inutilmente i suoi poveri lettori (naturalmente Giuliani è stato intervistato anche da Santoro).
Giuliani viene presentato come "sismologo", ma per sua stessa ammissione non è neanche laureato. Probabilmente questo non è un problema, anzi è un pregio, per chi nutre una profonda diffidenza nei confronti dei "professori" (basti ricordare gli epiteti riservati da Grillo a noti scienziati, come Veronesi, chiamato "Cancronesi", e la Montalcini, chiamata "vecchia puttana").
Ma come si deve comportare un profano che sentisse dire che c'è gente in grado di prevedere i terremoti? semplice, accendere il cervello e ragionare. Se qualcuno fosse in grado di prevedere i terremoti, perché la scienza non dovrebbe ascoltarlo? Se invece fosse soltanto un'ipotesi, una frontiera nella ricerca, perché i governi, magari di Paesi avanzati tecnologicamente ma ad alto rischio sismico come Stati Uniti e Giappone, non dovrebbero finanziare la ricerca, in modo da consentire di salvare migliaia di vite umane? ma poi, siamo sicuri che già non lo facciano?
Ovviamente, chi sostiene di essere in grado di prevedere i terremoti, dovrebbe fornire le prove di questa affermazione. Cioè dovrebbe fornire delle previsioni prima che si verifichi un evento, con un comunicato ufficiale o una comunicazione chiaramente verificabile. E naturalmente queste previsioni dovrebbero essere verificabili scientificamente, cioè dovrebbero essere numeriche, specificando l'area interessata, la magnitudo attesa, l'intervallo di tempo in cui si dovrebbe verificare l'evento, e la probabilità che si verifichi l'evento. Nel caso di Giuliani questo non è accaduto.
Lui però sostiene di essere in possesso di un metodo infallibile per prevedere i terremoti, ma che per farlo ci vorrebbe una fitta rete di rilevamenti del radon in tutto il territorio italiano. Ma finché questo non viene fatto, come può essere sicuro che funzioni? Invece lui è sicuro, e nell'intervista di Grillo dice: "Ma questo… mi domando e dico: ma questi scienziati che cazzo di scienziati sono che oggi ancora noi non riusciamo… abbiamo ancora morti per terremoto, siamo nel 2012! Che cazzo studiano?!"
Qui si vede l'impazienza di chi pretende tutto e subito, come se gli scienziati fossero degli sciamani, dei maghi.
In realtà, le ricerche sul radon come possibile precursore dei terremoti già esistono. Ad esempio in California lo studiano da vent'anni, ma non hanno ancora trovato una correlazione sicura tra emissione di radon e terremoti. Dunque gli scienziati non dormono e sono già in cerca di un metodo per prevedere i terremoti. Se fino ad ora non è stato dimostrato che il radon da solo è un precursore sicuro e preciso dei terremoti, vuol dire che probabilmente non lo è. Questo non vuol dire che sicuramente non lo sia, ma va comunque notato come la natura sia estremamente complessa, per cui è difficile che vi sia un unico precursore o una sola causa che spieghi tutto. Sarebbe come pretendere di prevedere la neve a Roma utilizzando un unico parametro (ad esempio la temperatura al suolo). A volte può funzionare, a volte no.
Questo video è molto interessante. Byoblu (quello che crede al golpe di Napolitano) questa volta ha fatto un'operazione meritoria, cioè non ha parlato, ma ha messo a confronto uno scienziato vero (Antonio Piersanti dell'Ingv) con lo stesso Giuliani. In pratica, Giuliani sostiene di aver chiesto un confronto con gli scienziati, ma questi avrebbero rifiutato. Ascoltando il video si capisce chiaramente chi è l'esperto e chi no. L'esperto non è affatto chiuso a nuove scoperte, ma appunto vuole le prove. Questa è l'essenza della mentalità scientifica. Invece Giuliani si limita in maniera un po' infantile a chiedere ascolto.

Comunque a tale proposito può essere utile fare qualche considerazione riguardo le materie in cui non c'è accordo tra gli scienziati, anche se questo non pare essere il caso (non conosco uno scienziato vero che sostenga che i terremoti si possano prevedere oggi). Quando tra gli scienziati non c'è un accordo, per il non esperto vi è un facile modo per orientarsi, e cioè ricordare che nella scienza la maggioranza conta. Questo perché si tratta di una maggioranza qualificata, fatta di gente selezionata, che ha studiato e studia ogni giorno una determinata materia.
Spiega Piersanti: "Le idee scientifiche non sono monolitiche o singolari, un'idea scientifica accettata si forma per aggregazione di centinaia di unità... un'idea scientifica diventa accettata quando decine, centinaia di gruppi di ricerca arrivano tutti allo stesso risultato".
"La verità o falsità scientifica su una cosa c'è quando su mille, 999 pensano una cosa e dieci un'altra, o uno, capisci è una questione anche statistica".
Questa è una considerazione molto importante. La comunità scientifica è fatta di tanti centri di ricerca indipendenti tra loro, e una tesi viene dimostrata quando molte ricerche indipendenti confermano lo stesso risultato. Invece chi non conosce queste cose e magari ha una mentalità complottistica, come ad esempio Grillo, tra i 999 che sostengono A e l'uno che sostiene B, si fida di quell'uno, intervista lui, crede a lui.

Tra l'altro, pare che Giuliani non abbia previsto neanche il terremoto dell'Aquila. L'ingv ha anche postato un video che ne mostra le contraddizioni.