Sostiene che il leader di un partito deve essere eletto per votazione e non per acclamazione, che un partito debba avere regolari congressi, con regolari scelte della linea da seguire in base al confronto libero e democratico. Sostiene che gli immigrati devono essere accolti e integrati, e che se lavorano e non commettono reati devono avere la cittadinanza in tempi ragionevoli. Sostiene che si deve rispettare e difendere la Costituzione. Sostiene che i diritti civili dovrebbero essere riconosciuti e che lo stato deve essere laico.
Queste e altre idee di buon senso, che sono accettate senza problemi dalle destre di tutta Europa, sono viste come delle pazzie dalla destra italiana che fa capo a Berlusconi e alla Lega.
E così il giornale di proprietà della famiglia Berlusconi (Il Giornale) attacca e insulta tutti i giorni Fini, fino ad augurarsi che se ne vada al più presto dal Pdl. Il ritardo culturale della destra italiana è tutto qui.
Non è la prima volta che Fini si trova in un partito che è più indietro di lui. Per 15 anni ha traghettato pazientemente l'Msi-An da un partito di nostalgici del fascismo, che facevano il saluto romano e andavano in pellegrinaggio alla tomba di Mussolini, in un partito di una destra moderna e democratica. Alla fine, bene o male, ce l'ha fatta. La speranza è che, esaurita l'ubriacatura populista, quando Berlusconi sarà uscito di scena e gli italiani si accorgeranno che i problemi che aveva promesso di risolvere sono ancora tutti lì, la destra italiana saprà evolversi e saprà trasformarsi in una destra veramente moderna ed europea, laica e rispettosa delle istituzioni e dei principi dello stato liberal-democratico.
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