Il recente non-scandalo (nel senso che ormai notizie del genere non stupiscono più) dei preti pedofili in Germania ha costretto anche i telegiornali italiani a far filtrare qualche notizia, se non altro perché il Vaticano, di fronte alla marea montante di notizie e polemiche in quello e in altri Paesi (ma naturalmente non in Italia) ha ritenuto di intervenire con dichiarazioni "rassicuranti" secondo le quali la Chiesa cattolica non sarebbe coinvolta nella pedofilia più delle altre chiese, e più della società civile, dove anzi i casi di pedofilia sarebbero di più (Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano).
(Insomma siamo più o meno al livello delle smentite di Berlusconi sulla D'Addario, riportate dal Tg1 senza che si fosse mai data la notizia del caso Berlusconi-escort).
Ora, a parte che queste dichiarazioni mostrano come ormai la Chiesa sia sulle difensive (con tanto di accuse di "accanimento" contro la stessa e il Papa), quello che sta emergendo è che l'abuso nei confronti dell'infanzia e dell'adoloscenza fosse diffuso praticamente in tutti i Paesi in cui la Chiesa ha una presenza consistente (e chissà cosa è accaduto in Italia). Inoltre, la cosa che emerge è che i maltrattamenti erano di ogni tipo, per cui non ci si può limitare ai soli abusi sessuali: anche laddove non vi era violenza sessuale, nei tanti collegi gestiti da preti e suore, sono stati diffusi e sistematici i maltrattamenti e gli abusi di tipo fisico e psicologico. Il fatto che la verità venga fuori soltanto ora, e che si aprano inchieste su ciò che è accaduto nei decenni passati, non deve stupire più di tanto, e semmai mostra come il mondo di oggi (almeno al di fuori dell'Italia) sia abbastanza laico da poter affrontare certi argomenti senza tabù.
La triste verità è che un tempo, se un bambino o un ragazzo avesse provato a denunciare le violenze subite da sacerdoti, non sarebbe stato creduto, l'inchiesta sarebbe stata insabbiata ecc. E qui si vede ancora una volta tutta la potenza dell'ideologia: quando si dice qualcosa che va contro l'ideologia dominante, l'atteggiamento tipico è il rifiuto, la negazione, anche se ciò che si dice è vero. E così le migliaia di bambini e ragazzi feriti (nell'anima ancora prima che nel fisico) in tutto il mondo sono solo l'ennesima vittima sull'altare della religione. Religione che continua a mietere vittime da secoli, tra guerre di religioni, crociate, inquisizioni, torture, roghi.
E il maldestro tentativo da parte del Vaticano di coinvolgere le altre religioni semmai mostra come sia la religione in sé, e non certo solo quella cattolica, ad essere intrinsecamente portatrice di violenza. Vi è anche chi ha ricordato come in realtà la maggior parte degli abusi sui bambini avvenga in famiglia: vero, e infatti anche la famiglia è un istituzione-tabù, uno degli idoli della società, che come tutti gli idoli esige le sue vittime da immolare.
Il fatto che per decenni (ma chissà cosa succedeva nei secoli passati...) la Chiesa abbia cercato di nascondere i casi di pedofilia e si sia limitata a trasferire i responsabili da una diocesi all'altra, non stupisce, se si entra nella logica della Chiesa stessa: in primo luogo, conta la sopravvivenza della Chiesa, contro possibili scandali che potrebbero mettere a repentaglio la fiducia da parte dei fedeli. Tutto il resto viene dopo. Del resto nella logica religiosa l'individuo non è visto come portatore di diritti, per cui gli eventuali abusi nei suoi confronti al massimo vengono derubricati a peccati. Ora, il peccato agli occhi di un cristiano può anche essere un fatto gravissimo, ma in ogni caso è qualcosa di cui si dovrà rendere conto a Dio, che sicuramente ricompenserà in qualche modo le vittime innocenti. Il fatto che nella logica cattolica la scala dei peccati sia così diversa rispetto a quello che è il senso comune moderno, dovrebbe far riflettere sulla frattura insanabile che ormai si è creata tra la Chiesa e la società civile: per la Chiesa ad esempio l'aborto è più grave della pedofilia.
Per quanto detto fino ad ora, i recenti richiami al celibato come alla causa degli abusi da parte dei preti non convince fino in fondo. Da tempo i sociologi hanno individuato nelle istituzioni chiuse e gerarchiche (carceri, caserme, collegi, famiglie ecc.) dei luoghi privilegiati di violenza. La presenza della religione (e dunque dell'autorità divina che si confonde con quella umana) conferisce un'arma in più a chi dispone del potere. E purtroppo la storia ci dice che chi dispone di un potere, prima o poi lo usa (e se può, ne abusa).
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