martedì 13 marzo 2012

La Camusso e il Tav


La notiza che la leader della Cgil Susanna Camusso è favorevole al Tav ha creato più di qualche imbarazzo nello schieramento No-Tav, dal momento che, con tutta la buona volontà dietrologica e complottistica, è difficile considerarla una "amica dei banchieri" o dei cosiddetti "poteri forti". Ma ancora più interessanti del fatto in sé, sono le motivazioni: la Camusso ha ricordato come il Tav sia un'opera decisa a livello di Unione Europea, come il suo scopo sia tra gli altri quello di spostare la circolazione delle merci dalla gomma alla rotaia, e come l'Italia sia un Paese che un disperato bisogno di infrastrutture e investimenti. Del resto è curioso che, quegli investimenti che molti reclamano (scomodando Keynes..) per creare occupazione e sbloccare l'economia in un momento di crisi, poi all'atto pratico, non si possano mai fare.
Naturalmente, ricorrendo al "benalitrismo" tipico italiano, si potrebbe replicare (e sicuramente faranno così i No-Tav) che sarebbero "ben altre" le infrastrutture e gli investimenti da fare, che altri tipi di investimento potrebbero portare più lavoro ecc. Ma almeno la posizione della Camusso (che, tanto per essere chiari, è contraria al ponte sullo Stretto), consente di distinguere tra spesa e investimento, cosa che non fanno quelli che, magari per partito preso, si oppongono ad una determinata voce di spesa, facendo credere che ci sia solo una spesa senza ritorno economico (un po' come quei giornali di destra che hanno scritto per molto tempo intelligenti articoli dal titolo "Ma quanto ci costa Santoro" o "Ma quanto ci costa Celentano").
Sono curioso di sapere cosa si inventeranno adesso i manichei che, abituati a dividere il mondo in buoni e cattivi, dovranno trovare una spiegazione (naturalmente dietrologica e complottistica) per spiegare come mai il leader del principale sindacato italiano sia a favore del Tav. Naturalmente non può essere in buona fede, ci devono essere sicuramente degli interessi dietro. Altrimenti il mondo sarebbe troppo complicato per essere rassicurante, e per poter fare battaglie ideologiche su questioni di principio, anziché cercare di migliorarlo, senza avere la verità in tasca o la bacchetta magica.

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