giovedì 20 ottobre 2016

Raggi e il fallimento di Roma


Non credevo che il Movimento 5 Stelle volesse vincere a Roma, in sostanza con questa vittoria si sono creati dei grossi problemi da soli. Già in generale per un partito populista governare è controproducente, dato che la prova del governo è molto più difficile che la protesta, e si è costretti a mostrare che non si possiede la bacchetta magica, e che le soluzioni semplici che si sosteneva di avere finché si era all'opposizione non funzionano. Ma dato che il caso di Roma è veramente disperato, vincere a Roma rischia di essere veramente un suicidio.
Probabilmente hanno accettato di "provare a vincere" perché, dopo il disastro di "Mafia capitale" e delle precedenti amministrazioni di centro-sinistra e centro-destra, hanno visto i sondaggi e hanno capito che non vincere era praticamente impossibile: sarebbe stato già di per sé una sconfitta. Per non vincere avrebbero dovuto scegliere un candidato impresentabile o improponibile, ad esempio un ventenne o un novantenne: sarebbe stata comunque una figuraccia. Oppure sono caduti vittime della loro stessa demagogia, e hanno pensato di essere veramente in grado di risolvere i problemi di Roma: per come la vedo io, Grillo si rende conto di non essere affatto in grado di risolvere i problemi e specula sul malcontento della gente, ma i militanti e chi si candida alle elezioni no, loro ci credono veramente. D'altro canto vengono scelti proprio con questo criterio, in base all'indice di credulità ai vaticini del Sacro Blog.
Come che sia, dopo quattro mesi dall'elezione a sindaco di Roma, Virginia Raggi non ha fatto sostanzialmente nulla. Alcuni dicono che non è vero che non ha fatto nulla, ma che ha già fatto dei danni, ad esempio qui. In ogni caso, sui problemi principali, il debito e le partecipate, in pratica non si è fatto nulla. C'è un motivo o è stata soltanto incapacità e impreparazione? E cosa accadrà adesso?
I primi tre mesi sono passati nel tentativo di nominare gli assessori, ma tra litigi, colpi di mano e dimissioni, ogni volta c'era da rinominare qualcuno. Ora in teoria sarebbe tutto a posto. Ma i problemi grossi della città non vengono affrontati. Perché? Per due motivi.
1. Il primo è che qualunque cosa facesse la Raggi, scontenterebbe una parte del suo elettorato, che essendo un elettorato composito (più o meno diviso a metà tra sinistra e destra) e unito solo nella protesta, quando si tratta di decidere, si divide su tutto. Il caso delle Olimpiadi è stato un buon esempio: la Raggi doveva decidere se confermare o no la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024; in campagna elettorale lei e gli esponenti del suo partito hanno lanciato sapientemente segnali contraddittori, in modo da prendere i voti indipendentemente dalle opinioni degli elettori (Di Maio ha detto a La7 che se avessero vinto avrebbero fatto le Olimpiadi perché loro sono onesti e quindi non rubano, la Raggi ha detto che avrebbe indetto un Referendum, mentre altri, a cominciare da Grillo, hanno detto che le Olimpiadi non s'hanno da fare. Alla fine, quando proprio non si poteva più continuare a prendere tempo, la Raggi ha deciso, e ha scelto per il no alle Olimpiadi.
2. Il secondo motivo, ancora più serio, è che per risolvere i problemi di Roma si dovrebbe sconfessare la diagnosi che il Movimento 5 Stelle fa dei problemi dell'Italia (e in questo caso di Roma), che si può sintetizzare in "è tutta colpa della casta". In sostanza, gli italiani si dividerebbero in una maggioranza di cittadini onesti (la "gente"), vittima del malgoverno, e in una minoranza di politici, imprenditori e banchieri (la "casta"), che li vesserebbe e con le sue malefatte avrebbe distrutto il Paese.
Basta riflettere un attimo per capire che questa è una semplificazione inaccettabile, se non altro perché siamo in democrazia: i "cittadini onesti" votano, e dunque hanno votato per decenni per quei partiti disonesti e incapaci che li avrebbero vessati. E perché lo hanno fatto? Semplice, perché in cambio hanno ricevuto qualcosa. Non tutti naturalmente, ma molti sì. Ma se Grillo avesse l'onestà intellettuale di ammettere questo, cadrebbe tutto il castello di carte che ha costruito, e verrebbe meno la "ragione sociale" del Movimento. D'altro canto, se si esclude i giovani che votano per la prima volta, quelli che ora votano il Movimento, prima per chi votavano? Oppure vengono da Marte?

Ora, il problema fondamentale di Virginia Raggi è cercare di mantenere la promessa di risolvere i problemi di Roma facendo pagare soltanto la "casta" e non la "gente".  Ma questo è impossibile.
Gli automobilisti che parcheggiano nelle isole pedonali o nelle strade in doppia fila sono gente o casta?
Gli inquilini degli appartamenti di proprietà del comune di Roma che pagano un euro al mese di affitto sono gente o casta?
I passeggeri della metropolitana e degli autobus che non pagano il biglietto sono gente o casta?
Le migliaia di dipendenti del Comunque e delle partecipate che sono stati assunti anche se non servivano e ora non hanno nulla da fare, ma prendono uno stipendio pagato dai contribuenti di tutta Italia, sono gente o casta?
E potrei continuare.
Ovvio che di fronte a questa situazione, è impossibile risolvere i problemi di Roma se prima non si fa un'operazione di verità, ammettendo che Roma è ridotta così anche per colpa della famosa "gente".
Questo però in teoria si dovrebbe fare in campagna elettorale, perché se ti sei presentato con un determinato programma, che non prevede tagli e sanzioni di nessun tipo alla "gente", dopo non si hanno i consensi per fare ciò che si dovrebbe fare.
In ogni caso, Roma ha accumulato e accumula debiti ogni anno, quindi bisognerebbe invertire nettamente la rotta.
Quello che la Raggi ha detto in campagna elettorale è che si può trovare più di un miliardo di Euro l'anno, colpendo non ben precisati "sprechi". Ora, un miliardo l'anno non è affatto poco. Sono mille Euro a testa tolti ad un milione di persone. O un milione di Euro a testa a mille persone. O centomila Euro a testa a diecimila persone. Insomma, se veramente ci sono questi sprechi così grossi, se c'è gente che ruba o in qualche modo riesce a intercettare tutti questi soldi senza averne diritto, vuol dire che ora c'è qualcuno (più probabilmente: una gran quantità di persone) che ci mangia (o meglio, ci campa). E se vai a colpire questi "sprechi", tutta questa gente si arrabbia, proverà a resistere, a protestare, e comunque dopo non ti voterà più.
D'altro canto, siccome Roma è una città sull'orlo del fallimento, non colpire questi "sprechi" (o quelli veri, laddove si trovano veramente) significa lasciare che la città fallisca. Oppure la sindaca potrebbe sperare che intervenga il governo con una vagonata di miliardi. D'altro canto, Roma è già stata salvata negli anni passati dai governi Berlusconi e Renzi, l'ultima volta con Marino due anni fa. Forse è un po' presto per chiedere di nuovo i soldi (che, è bene ricordarlo, arrivano dai contribuenti di tutta Italia, un Paese che già non ce la fa più con l'attuale livello di pressione fiscale, anche perché appunto spesso le tasse servono a pagare questi sprechi, e non per garantire servizi pubblici o per fare investimenti). Probabilmente i 5 Stelle aspettano di andare al governo e di pensarci loro. D'altro canto i 5 Stelle vorrebbero uscire dall'Euro, per poter fare tutto il deficit che vogliono, e poter stampare la moneta che serve per renderci tutti felici.
Insomma, questa è la situazione, una città praticamente fallita, degna capitale di un Paese a sua volta sull'orlo del fallimento, in mano a chi ha promesso la luna nel pozzo e ora è alle prese con la dura realtà.





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